Cesena calcio, confermato il blocco dei conti per Campedelli e Trovato

Accolto invece il ricorso di Mancini, Leoni e Marin. La società in attesa del deposito della decisione del tribunale

Igor Campedelli, ex presidente del Cesena (foto Ravaglia)

Igor Campedelli, ex presidente del Cesena (foto Ravaglia)

Cesena, 1 giugno 2016 – «Hanno accolto in toto le nostre richieste e disposto la restituzione di tutti i beni sequestrati al mio cliente, per un valore di 150mila euro». Così l’avvocato Alessandro Sintucci difensore di Luca Leoni, uno tra i sei indagati implicati nell’indagine sul Cesena Calcio (prima della gestione Lugaresi) che ha visto sequestrati 11 milioni di euro, ha commentato la notizia giunta ieri dal tribunale di Forlì.

Il denaro secondo la Guardia di finanza era stato sottratto al fisco attraverso un vorticoso giro di fatture gonfiate e operazioni fasulle durante la gestione Campedelli. Assieme a Leoni il Tribunale di Forlì ha disposto il dissequestro dei beni del dirigente dell’area tecnica del Cesena Maurizio Marin (si parla di 2 milioni di euro) e dell’ex vicepresidente del Cesena Luca Mancini, difeso dagli avvocati Umberto e Tommaso Guerrini. Il tribunale, in sede di riesame ha invece confermato il sequestro per i beni dell’ex presidente del Cesena Igor Campedelli e dell’imprenditore edile Potito Trovato.

Per quanto riguarda il Cesena Calcio, difeso dall’avvocato Mattia Grassani, si aspetta ancora la deposizione del dispositivo da parte del Tribunale del Riesame, anche se un provvedimento del gip Luisa del Bianco ha svincolato nei giorni scorsi i conti correnti del Cesena (bloccati per un ammontare di 3.670.407 euro) lasciando bloccato soltanto un conto di 450mila euro e permettendo alla società sportiva di adempiere ai pagamenti imminenti.

«Il dottor Luca Mancini – hanno commentato i suoi legali – esprime la propria soddisfazione per una decisione che segna un importante passaggio verso il riconoscimento della sua piena estraneità rispetto ai fatti oggetto di indagine». Le accuse per i 6 indagati erano, a vario titolo, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento Iva, simulazione di reato, appropriazione indebita, riciclaggio e falso in bilancio. Il giudice per le indagini preliminari aveva disposto il sequestro di tutti i beni delle 3 società coinvolte, oltre al Cesena Spa, la Villa Turi srl e la Double T srl.