LUCA RAVAGLIA
Cronaca

Cesena, l'odissea del disabile: "Non si riesce a salire sul bus"

La denuncia di Giuseppe D’Ursi, dal 2002 in sedia a rotelle

Giuseppe D'Ursi davanti all'autobus (foto Ravaglia)

Giuseppe D'Ursi davanti all'autobus (foto Ravaglia)

Cesena, 2 ottobre 2016 - Il soffitto della camera da letto di Giuseppe D’Ursi è il cielo. Perché non ha la casa? No, perché a casa non sa come arrivarci. Pugliese di nascita, romagnolo da trent’anni, cittadino del mondo secondo il suo spirito, dal 2002 è costretto a muoversi su una sedia a rotelle, confrontandosi quotidianamente con un mare di problemi che gli hanno minato l’esistenza, causandogli pure diversi guai con la giustizia.

«Semplicemente – D’Ursi inizia con un sospiro - in questa società non c’è spazio per le persone disabili. I problemi che più mi mortificano sono quelli legati agli spostamenti coi mezzi pubblici: la quasi totalità dei bus è abilitata al trasporto dei disabili, ma per quanto riguarda le fermate vale l’esatto contrario, visto che quelle abilitate sono pochissime. Questo ha portato al paradosso che per me arrivare a casa è complicatissimo, oltre che umiliante. Ho deciso che non ne valeva la pena e così mi sposto altrove, dormendo dove capita».

L’abitazione di D’Ursi è nella frazione di Capocolle, località nel Comune di Forlì ma a due passi dal territorio cesenate. Con le sue battaglie è riuscito a ottenere che la fermata del bus posta in direzione di Cesena venisse abilitata all’uso da parte dei disabili, mentre quella nel senso opposto, da usare durante i viaggi di ritorno, ancora non lo è. «In pratica – prosegue D’Ursi - dovrei guardare casa mia dal finestrino, continuando la corsa fino a Forlì, aspettare la ripartenza del mezzo e scendere a quel punto a Capocolle. Assurdo, anche perché è vero che alcuni autisti chiudono un occhio e si assumono a loro rischio la responsabilità di farmi ugualmente salire o scendere, è anche vero che ce ne sono altri che applicano alla lettera il regolamento e tirano dritto».

D’Ursi ha cercato di fare valere le sue rivendicazioni in tanti modi, anche piazzandosi davanti agli autobus per impedirne la partenza. «Ormai ho perso il conto delle volte in cui l’ho fatto – quasi sorride – e questo mi ha creato non pochi problemi, visto che ora sto facendo i conti con una serie di pesanti procedimenti giudiziari. E nel frattempo le istituzioni continuano a ignorarmi. Pensate che a Cesena nemmeno le fermate davanti all’ingresso dell’ospedale e del pronto soccorso sono abilitate per il trasporto dei disabili».

«Tutti i nuovi bus sono a misura di disabile – spiega l’ufficio stampa di Start Romagna – mentre tante fermate non lo sono. L’adeguamento delle pensiline è però di competenza dell’azienda per la mobilità Atr e dei Comuni».