«Mercatone Uno, nessun punto del Ferrarese chiuderà»

Lavoro, Benfenati (Cisl): «L’attenzione dei sindacati rimarrà vigile»

La sede principale del Mercatone Uno

La sede principale del Mercatone Uno

Ferrara, 23 aprile 2015 - Mercatone Uno, 1.360 gli addetti dei 34 punti vendita del noto marchio della vendita dei mobili e complementi d’arredo per i quali il Tribunale di Bologna ha autorizzato lasvendita speciale delle merci. Nessuno dei tre punti vendita della provincia (Ferrara, Mesola, San Giuseppe di Comacchio) fa parte dei 34 di cui la chiusura è annunciata.

L’incertezza sul futuro in realtà riguarda tutti i lavoratori ed associati in partecipazione di Mercatone Uno (4mila in Italia e 80 nella provincia ferrarese); non essendo stata formalizzata alcuna proposta di acquisizione da parte di un potenziale investitore, di cui la direzione di Mercatone Uno ha riferito a più riprese ai sindacati che, comunque, stando alle ultime notizie, dovrebbe riguardare solo una parte dei 79 negozi.

«Anche a Ferrara, in accordo con l’impegno nazionale, riteniamo sia doveroso accendere i riflettori sulla delicata vicenda di Mercatone Uno – dice il segretario provinciale Fisascat Cisl Luca Benfenati – le lavoratrici ed i lavoratori, quando rischiano di perdere il posto di lavoro, dovrebbero essere tutti uguali e ricevere la stessa attenzione, si pensi anche al caso dei lavoratori in associazione, contratto presente anche nella nostra zona nelle sedi di Mercatone Uno che utilizzando lavoratori a partita Iva li priva di qualsiasi tutela».

«Mercatone Uno – ha proseguito il dirigente sindacale – è un caso emblematico della sottovalutazione dei rischi che il Paese sta correndo: ci potremmo ritrovare, in tempi brevi, ad essere un mercato periferico e di nessun interesse per gli investitori nazionali ed esteri. Il settore del terziario, come il settore industriale merita un’attenzione maggiore anche da parte del Governo e delle istituzioni».