Pd, il Lungofiume perde 50mila euro. Raccagna: "Si cambia"

Il segretario democratico: "Il calo degli iscritti? Segno dei tempi"

Imola, il segretario del Pd Marco Raccagna (Foto Isolapress)

Imola, il segretario del Pd Marco Raccagna (Foto Isolapress)

Imola (Bologna), 6 febbraio 2016 - È un documento «di sostanza» quello che il segretario del Pd, Marco Raccagna, sottopone all’attenzione del partito dopo il giro di boa di metà mandato. C’è il tormentone tessere, ma anche la rivoluzione feste: stop alla vecchia Lungofiume (nel 2016 ci sarà comunque un mini-appuntamento in via Pirandello), avanti con le frazioni e il centro città (si parla di un ritorno al mercato ortofrutticolo, ma il segretario non conferma). In mezzo, il lavoro per risanare i bilanci di viale Zappi, i tagli ai componenti della direzione e l’istituzione di un nuovo coordinamento esecutivo di sette elementi più i rappresentanti delle unioni comunali.

Segretario Raccagna, nel 2015 gli iscritti sono stati poco meno di 2.600; quelli che hanno destinato il loro 2 per mille al partito circa 3mila. Ormai il Pd ha più benefattori che tesserati.

«Oggi si può essere vicini al partito in tanti modi, e al tempo stesso fare politica senza avere la tessera. Chi collabora con Libera o la Caritas, per esempio, fa politica. I partiti non hanno più l’esclusiva. Dobbiamo servire a qualcosa, non essere autoreferenziali».

Parliamo dei conti di viale Zappi. A fine 2013 il debito era superiore a 600mila euro, oggi siamo a circa 450mila.

«Bisogna continuare il ripianamento e arrivare, a fine mandato, a meno della metà dell’attuale cifra. Si deve amministrare in maniera oculata spendendo solo ciò che si ha. Un esempio? In due anni non ho mai fatto un manifesto a colori, anche se vorrei presto ricominciare a farne. Al mio arrivo c’era un partito in difficoltà sia dal punto di vista politico che economico. Ora riprendiamo a camminare: non siamo guariti, ma convalescenti».

Chi l’ha preceduta ha lavorato male?

«Non voglio dire questo, non mi piace puntare il dito contro nessuno. Era un contesto diverso, una situazione figlia di una storia lunga».

Al centro di questo nuovo corso del Pd ci sono le feste di partito. La sua idea di abbandonare la storica location Lungofiume ha sorpreso tutti.

«Sì, ma voglio dire subito una cosa: quest’anno i giorni di festa saranno di più».

Così si arrabbieranno i ristoratori.

«No, a Imola faremo 20 giorni in tutto. Saranno appuntamenti più brevi, tematici e con ristorazione di qualità. Le tre settimane di fila sono sbagliate e noi non possiamo essere un ulteriore elemento di astio sociale. E poi la festa modello fiera è fallita: funziona a Bologna, ma al di sotto di un certo numero di presenze non regge più».

L’ultima kermesse Lungofiume è andata male?

«Abbiamo perso 50mila euro. Il caldo torrido, un disastro. Ma tutti gli altri appuntamenti si sono chiusi in utile: hanno garantito quasi 70mila euro».

Qual è il suo piano per le feste del 2016?

«Sarà nominato un responsabile di federazione e manterremo un appuntamento in via Pirandello, anche se di altro tipo rispetto al passato. E poi andremo nelle frazioni. Ma l’obiettivo è di riportare la festa in centro».

Il documento uscito dalla segreteria prevede anche cambiamenti nella direzione del partito.

«Era di 70 componenti, vogliamo arrivare a 50/55 facendo entrare alcuni segretari di circolo meritevoli. Ma nessuno sarà fatto fuori: ci sono persone che non vediamo da anni o non prendono più nemmeno la tessera. Per gli altri, dopo tre assenze non giustificate scatta la sostituzione».

Tra meno di due anni scade il suo mandato: dove si vede a fine 2017?

«Non lo so. L’unico obiettivo è arrivare a quella data con il partito in salute».

Ci sarà il passaggio dalla segreteria alla candidatura a sindaco?

«È un argomento fuori luogo. L’importante è fare bene adesso e portare il Pd a chiedere agli imolesi, nel 2018, la fiducia per governare. Avremo tempo e modo per scegliere la guida in questo percorso».