Carpi, il mercato coperto chiude i battenti

Entro la fine dell’anno finirà in liquidazione. L’amministratore: «Rilancio impossibile»

Il mercato coperto in piazzale Ramazzini, attivo da circca quarant’anni. Entro la fine dell’anno chiuderà

Il mercato coperto in piazzale Ramazzini, attivo da circca quarant’anni. Entro la fine dell’anno chiuderà

 

Carpi, 6 ottobre 2015 - IL MERCATO coperto è arrivato al capolinea. Entro la fine dell’anno il consorzio aprirà la procedura di liquidazione e lo storico mercato di piazzale Ramazzini chiuderà i battenti. La situazione è precipitata negli ultimi tre mesi con il fuggi fuggi di quasi tutti i negozianti. Su 13 spazi disponibili, prima dell’estate ne erano occupati 10 che oggi sono scesi a 6. Tra quelli che resistono, tre commercianti hanno già annunciato che andranno via nel giro di qualche settimana e rimarrebbero solo tre superstiti in tutto il mercato: troppo pochi per dividere le spese di uno spazio di quasi mille metri quadrati. E comunque troppo pochi per credere ancora in un rilancio del mercato che si sperava possibile non più tardi del maggio scorso.

La crisi c’entra poco con la chiusura su cui pare abbiano pesato i dissidi interni tra gli operatori.

«Quando ho iniziato come presidente del consorzio all’inizio dell’anno ho trovato un bilancio con 140 mila euro di debiti» spiega Mauro Barbieri, amministratore subentrato alla precedente gestione dopo dieci anni.

«Ci siamo rimboccati le maniche e ad oggi i debiti di affitto nei confronti del Comune sono stati tutti ripianati – spiega – ma con tre operatori il mercato non riesce più a sostenersi. Apriremo la procedura di liquidazione e non fallimento proprio perchè non ci sono debiti».

I debiti erano dovuti soprattutto a mesi di affitti non pagati al Comune, proprietario della storica struttura funzionanente da almeno quarant’anni.

L’affitto non è mai stato esoso, anzi e l’amministrazione ha accolto la richiesta di dilazione dei pagamenti. Alla fine alcuni operatori si sono accollati la morosità dei colleghi insolventi, così come capita in un condominio dove qualcuno non paga le spese, ma i rapporti si sono deteriorati del tutto. Del resto, dice qualcuno del settore, che ognuno andasse per conto proprio era chiaro anche nella mancanza di una politica unitaria legata a eventi o promozioni sui prezzi.

«Le abbiamo provate tutte per rilanciare il mercato – racconta Barbieri – ho intavolato diverse trattative con operatori che potevano essere interessati ad entrare, sono andato fino a San Benedetto Po per trattare con un pescivendolo». Niente da fare, «nessuna trattativa è andata in porto» e non resta che chiudere. «Ci abbiamo messo l’anima tutti, ma i commercianti non ci credono e quindi non ci sono le condizioni per andare avanti».

La decisione coglie di sorpresa anche le associazioni di categoria. «Grande rammartico per una struttura di questo tipo che in tanti anni ha dato spazio a piccoli imprenditori in centro storico – dice Massimiliano Siligardi di Confesercenti – è un’ulteriore dimostrazione che la nostra rete commerciale è satura e non si sente il bisogno di nuovi supermercati». Ma ora l’edificio del mercato coperto potrebbe diventare appetibile proprio per la grande distribuzione.

I grandi marchi presenti in città osservano con attenzione l’evolvere della vicenda.