Concessioni balneari: "Addio spiaggia? Prendo una ruspa e abbatto tutto"

Parla Antonella Baronciani dopo la decisione del Consiglio di Stato che blocca le proroghe delle concessioni balneari al 2023

Antonella Baronciani

Antonella Baronciani

Pesaro, 12 novembre 2021 - Antonella Baronciani (Bagni Baronciani), la vostra categoria è in rivolta dopo la decisione del Consiglio di Stato che blocca le proroghe delle concessioni balneari al 2023, poi si andrà a gara. Ma lei percepisce che invece al di fuori di voi la gente è d’accordo?

"Sì, non siamo mai stati visti bene, gli altri pensano solo che noi lavoriamo pochi mesi l’anno e guadagniamo bene".

Non è così?

"Noi incassiamo per pochi mesi l’anno e quello che incassiamo vale per tutto l’anno. Ma poi le spese e i pagamenti ci sono sempre, mica si fermano".

E adesso cosa succede?

"Noi siamo con l’umore a terra. Il verdetto del Consiglio di Stato è come un fulmine a ciel sereno. Non so se chi subentrerà a noi avrà la stessa nostra cultura dell’accoglienza che è frutto della nostra storia".

Bagni Baronciani paga 6.500 euro l’anno di canone demaniale: non le sembra poco?

"Se io prendo in affitto un appartamento e il proprietario mi chiede 500 euro al mese, io pago quello. Cosa devo dire? Mi faccia pagare di più? Non dipende da me. Quest’anno ci è stato chiesto un aumento del canone e l’abbiamo pagato".

Ma quanto fatturate?

"A questa domanda non rispondo. Ma è certo che lavoriamo per guadagnare, come fanno tutti, no?"

Con quanti ombrelloni stagionali ripagate il canone annuo?

"Probabilmenete sei, ma mica abbiamo solo il canone. Ci sono da pagare l’Imu, la Tari, i bagnini di salvataggio, i dipendenti, l’acqua, la luce, la pulizia della spiaggia. E poi noi paghiamo l’Iva al 22 per cento".

Quanti ombrelloni avete?

"Circa 180. Ma a parte questo, voglio fare capire che noi siamo lavoratori e imprenditori. Abbiamo tirato su uno stabilimento partendo dalle quattro cabine di legno di mio padre, che aveva iniziato con le cambiali. Abbiamo fatto enormi investimenti. E’ il nostro lavoro".

Ora si è deciso che le concessioni demaniali vadano a gara: cosa si dovrebbe fare, a suo avviso?

"Dovrebbero calcolare gli investimenti fatti: verificare cioè la differenza tra com’è e com’era uno stabilimento. Poi darci una prelazione quando ci saranno le gare e semmai una buonuscita".

Però le sembra logico che un bene pubblico come la spiaggia sia diventato sostanzialmente una proprietà, con le concessioni in pratica senza limiti di tempo?

"In realtà si rinnovano di sei anni in sei anni, ma è diventata una prassi. Cosa vuole che le dica: qualsiasi verdetto ci sarà, io ho prenotato le ruspe. A chi subentrerà lascio solo la sabbia, quello che ho costruito con i miei risparmi lo rado al suolo".