Primarie Marche 2015, il malessere di un territorio

Pesaro, 2 marzo 2015 - E’ stata una battaglia dura per Luca Ceriscioli (foto). Vinta con grande fatica, avendo contro il cuore delle Marche, l’asse Ancona-Macerata. Dove in molti, dentro e fuori il Pd, volevano proseguire nella linea interpretata negli ultimi dieci anni dal governatore Gian Mario Spacca, quella che ha portato i buoni frutti della Quadrilatero.

Aveva contro anche una bella fetta del Pd di questa provincia, soprattutto dell’entroterra. Ci sono località come Urbino, Macerata Feltria, Fermignano, S. Angelo in Vado (cittadina di provenienza del segretario provinciale Pd), Mercatino Conca, Saltara e altri ancora dove Marcolini ha ottenuto più consensi. Dove il malessere locale ha colto la palla al balzo per lanciare un messaggio al capoluogo: Pesaro può essere più lontana di Ancona.

Un messaggio che ha anche venature di altro tipo, ma che, come al solito, non va ridotto solamente allo scontro interno alle correnti del Pd o al tentativo di frenare la leadership di Matteo Ricci. C’è anche un distacco eccessivo tra costa ed entroterra che va colmato al più presto, soprattutto ora che la Provincia è ridotta ad un simulacro di ente locale, dove il salvataggio passa per una corsa affannosa, soprattutto ai massimi livelli, a salire nelle scialuppe di salvataggio.

Invece bisogna guardare al territorio, ai fatti concreti, alle necessità delle persone. Che dovrebbero venire prima delle carriere politiche di chiunque, anche del più bravo degli amministratori locali. Se i vincitori di oggi non se lo ricorderanno diventeranno gli sconfitti di domani. Ceriscioli deve sapere interpretare il cambiamento, che soprattutto questa provincia con 5.600 voti in più gli ha affidato. Non si può prescindere da questo dato, che era prevedibile ma non era scontato.