I dieci anni di Matteo Ricci: "Ora non serve più dire che Pesaro è sotto Rimini"

I l sindaco celebra i suoi due mandati: "Città più conosciuta di prima E il pil generato dal turismo è aumentato dall’8 al 15 per cento. Abbiamo un’enormità di investimenti, ora Biancani farà meglio di me"

Matteo Ricci celebra i suoi due mandati da sindaco di Pesaro

Matteo Ricci celebra i suoi due mandati da sindaco di Pesaro

Pesaro, 17 marzo 2024 – Due ore di amarcord, elencando, per filo e per segno, tutto, ma proprio tutto, quanto fatto in dieci anni da sindaco di Pesaro. Pur convinto di essere bravo, Matteo Ricci, temendo l’emozione, non è andato a braccio. La sala conferenze del Charlie hotel, piena tra amici, attivisti, collaboratori e alleati ha risposto con calore: alla fine del discorso, in tanti, l’hanno avvicinato per avere una fotografia ricordo. "È finita un’epoca" osserva un giovanissimo estimatore con gli occhi lucidi. I dieci anni di mandato non sono stati dentro al palazzo tutte rose e fiori, tanto che un alto funzionario, nel venir via, in ascensore, la battuta l’ha fatta: "Dura così non era mai stata: andrebbe specificato nel curriculum con quale sindaco si è prestato servizio". L’incontro pubblico non ha previsto null’altro che il discorso del sindaco con una proiezione di immagini: Ricci sul podio, la giunta schierata sul palco e la prima fila fatta di alleati, anche storici: Antonello Delle Noci, Franco Arceci, Massimiliano Amadori, Luca Pieri, Palmiro Ucchielli, Micaela Vitri. Chi s’è chiesto dove fosse Luca Ceriscioli ha saputo che l’ex governatore era assente perché impegnato in una riunione del Pd a Fiastra. Sara Mengucci? Presente, al pari di Giampiero Bellucci.

“Per chi fa politica non c’è cosa più bella che fare il sindaco della propria città: per tanti anni, quando sentirò chiamare “sindaco“ continuerò a girarmi. Sono contento di avere servito la mia città: l’abbiamo fatto con onestà che per me è un valore che viene prima di ogni altra cosa. Ho amato questa città di un amore profondo, c’ho messo tutto me stesso, difetti compresi. Non mi si può accusare di raccontare favole: è stata una grande avventura condivisa con una squadra eccezionale". Applausi e lancio solenne al candidato sindaco della coalizione di centrosinistra: "Abbiamo scelto Andrea (Biancani, ndr) perché è una figura di amministratore, non solo molto popolare, ma anche concreto e operativo. Abbiamo garantito alla città una somma straordinaria di investimenti da mettere a terra e secondo me, con la sua capacità riusciremo, a fare progredire Pesaro ulteriormente. Sono certo che la squadra che verrà sarà in grado di fare risultati migliori dei nostri. Lui farà meglio di me".

Alla domanda sul futuro, Ricci, non va oltre i prossimi due mesi, lasciando ad intendere di non voler parlare di europee. "Il mio futuro? Lo vedremo e nelle prossime settimane. Il 6 di aprile inaugureremo l’interquartieri di Muraglia. Ho già dato la disponibilità a candidarmi alle europee, dipenderà dalla segretaria del Pd se riterrà la mia candidatura utile oppure no". Ricci ha voluto respingere, per sempre, l’ombra di essere stato politicamente divisivo. "Abbiamo stretto un accordo – ha detto citando la riunione dei saggi di giovedì notte –: siamo uniti, siamo una squadra coesa. Vimini e Mengucci saranno al fianco di Andrea per continuare il lavoro fatto". Politicamente ha anche rivendicato l’alleanza con M5s e Verdi.

Il racconto è iniziato dalla notte dei tempi: all’idea di “Pesaro nazionale“. "Oggi non dobbiamo più dire che Pesaro è sotto Rimini: sono aumentate le persone che sanno della nostra città. Sono stato attaccato perché davo lezioni di comunicazione: “chi non comunica non esiste“. In tanti hanno confuso questo con la smania del sindaco di andare in televisione. Invece era un pezzo fondamentale della nostra strategia, mirata a ristrutturare la nostra economia. E così abbiamo scelto le nostre unicità: la bicicletta, la musica, terra dei piloti e dei motori. Era un modo per spiegare che scatto in avanti volevamo fare. Ricordo bene quanta diffidenza raccogliemmo. Oggi posso dire che lascio in eredità un Comune forte nei fondamentali: bilancio e politica urbanistica. Non abbiamo aumentato le tasse, abbiamo migliorato i servizi sociali ed educativi. Continueremo a vivere con la manifattura, perché senza il mobile e senza la meccanica siamo morti. Ma possiamo, anzi dobbiamo far crescere alcuni settori come i servizi al turismo che sono troppo indietro rispetto alle nostre potenzialità. Dal 2014 ad oggi, dal settore servizi al turismo veniva prodotto solo l’8% della ricchezza cittadina, mentre il 60% era garantito dalla manifattura. Con la strategia nostra non abbiamo stravolto l’economia tradizionale, ma l’abbiamo equilibrata: abbiamo raggiunto l’obiettivo di portare l’8% al 15% e in prospettiva al 20%. Non ci credeva nessuno".

Ricci ha riconosciuto grande merito del successo al lavoro di Daniele Vimini, il più a lungo applaudito dalla platea: una vera ovazione. Dopo l’elenco infinito, l’annuncio: "Metteremo due milioni di euro per eliminare buche e sistemare le strade". Segnale inequivocabile: è ufficialmente iniziata la campagna elettorale.