Reggio Emilia, è morto Nani Tedeschi, maestro del disegno

Il grande illustratore aveva 78 anni. Fu amico di Bettino Craxi e partecipò allo show tv di Gianfranco Funari

Nani Tedeschi con la moglie Manuela Mattara

Nani Tedeschi con la moglie Manuela Mattara

Reggio Emilia, 9 agosto 2017 – Un grande disegnatore amante della classicità. Dalla sua matita uscivano volti con sguardi che sapevano raccontare l’anima, rughe tratteggiate con finezza, animali e atmosfere surreali. «L’arte dovrebbe essere libera e il più possibile silenziosa. Purtroppo lungo la via Emilia abbiamo una storia che non ci tranquillizza molto. C’è una realtà che ha voluto farsi egemone trascinando con sé anche l’altra parte, e questo ha causato molti danni. L’egemonia culturale diventa soffocante: si arriva al punto che il funzionarietto riesce a diventare una sorta di nume, di distributore di favori». Ecco come spiegava al Carlino nel 2001 la propria idea di arte Domenico Tedeschi, per tutti ‘Nani’: lui, uno dei più noti artisti reggiani, è morto ieri pomeriggio alle 16.30 all’ospedale Santa Maria Nuova, dov’era ricoverato da quindici giorni a causa di un ictus.

Nato a Cadelbosco il 5 settembre 1938, paese nel quale aveva vissuto a lungo, si era trasferito a Pratofontana ormai da un quarto di secolo. Sull’elenco telefonico compariva il titolo di ‘Dr’, ma lui il camice da medico, dopo la laurea, aveva voluto appenderlo ben presto, preferendo l’arte.

«Ho chiamato io il 118, due settimane fa, quando Nani si è sentito male – spiega la moglie Manuela Mattara, 75 anni –. Aveva perso conoscenza, poi si era un po’ ripreso. È stato ricoverato in diversi reparti, ultimo quello di medicina cardiovascolare. Ha avuto diverse complicazioni, tra cui una polmonite da cui non si è più ripreso». La donna ha trascorso al suo fianco «nove anni di fidanzamento e cinquant’anni di matrimonio, che abbiamo festeggiato quest’anno il 27 luglio, all’ospedale, quando Nani era già ricoverato. Io sono di Marina di Ravenna, dove ho conosciuto Nani durante una vacanza». La coppia ha avuto due figli: Lorenzo, 49 anni, che abita a Roma e Simone, di 48, a Ravenna.

Due vite, quelle di Nani e Manuela, che si sono intrecciate indissolubilmente non soltanto nel privato, ma anche nell’attività artistica: «Ho lavorato come capo ufficio del personale della Sip, poi all’ex Credito popolare cooperativo di via Sessi, prima di dedicarmi interamente a mio marito, che non guidava la macchina. Lo accompagnavo sempre io alle mostre e agli eventi». Nonostante il dolore così fresco, riesce ad abbozzare un sorriso: «Ho cercato di fare il suo ragazzo di bottega. Era schivo, non sempre veniva capito. Ma era molto colto, ironico e generoso. Era legato a Reggio, ma si sentiva un cittadino del mondo».

Nel 1962 Tedeschi scopre l’arte incisoria grazie a Walter Piacesi, che a Urbino gli mostra le tecniche e i segreti dell’incisione. Nel 1965 si trasferisce in Sardegna e qui esercita la professione di medico. Colpito dai colori del Mediterraneo, espone per la prima volta nel 1966, nella ‘Galleria 23’ di Sassari. Nel 1968 fa una mostra nella sua Cadelbosco. Nel 1972 partecipa alla 36esima Biennale di Venezia. Comincia un’intensa attività di illustratore, sia di testi letterari (‘Il Signore delle mosche’, 1968; ‘L’Eneide’, 1971; ‘L’Orlando Furioso’, 1969), sia di quotidiani (Il Corriere della Sera, Il Giornale, Il Sole 24 Ore). Dagli anni Ottanta si interessa alla scultura e alle arti applicate, lavorando la ceramica e il vetro. Ha allestito numerose mostre in Italia e all’estero. Era stato un collaboratore e amico di Bettino Craxi: «Un grande politico – così ne parlò – che può avere fatto errori perché uomo pieno di slanci e umanità». Ebbe particolare visibilità dalla partecipazione al ‘Mezzogiorno’ televisivo di Gianfranco Funari. «Ha dipinto fino a pochi mesi fa, poi aveva perso un po’ la vista – racconta la moglie –. Ha vissuto fino all’ultimo, finché ha potuto, con la matita in mano».