Reggio Emilia, il questore Sbordone. "Dobbiamo dare risposte ai cittadini insicuri"

Il nuovo numero uno della Questura al Forum del Carlino: "Serve un gioco di squadra tra tutte le istituzioni"

La redazione del Carlino di reggio e il nuovo questore Antonio Sbordone (Foto  Artioli)

La redazione del Carlino di reggio e il nuovo questore Antonio Sbordone (Foto Artioli)

Reggio Emilia, 12 dicembre 2017 - Un forum al Carlino, per salutare la città a pochi giorni dal suo arrivo. Insediato a Reggio il 22 novembre, successore di Isabella Fusiello, il nuovo questore Antonio Sbordone, napoletano di 54 anni, mostra di avere particolarmente a cuore il problema delle paure dei cittadini dovute alla criminalità.Ma preferisce dribblare, da grande amante del calcio qual è, la definizione di questore «dal pugno di ferro» che da Ferrara, dove ha rivestito l’ultimo incarico, è rimbalzata a Reggio.

Mostra invece un approccio pragmatico e un occhio attento che ha sviluppato durante la sua lunga esperienza nella polizia di Stato, soprattutto nei vent’anni trascorsi, dal 1990 al 2010, nella Digos di Napoli, che negli ultimi anni ha anche comandato. Non gli basta che a dargli ragione siano solo i numeri ufficiali del Ministero dell’interno. Vorrebbe che i cittadini si sentissero più tranquilli, per quanto possibile, nella loro Reggio.

«Sciorinare i numeri non serve. È vero che i dati sono positivi, e confermano che furti e rapine sono in calo. Ma se i cittadini – afferma Sbordone – si sentono insicuri, il problema è anche mio, come autorità di pubblica sicurezza, e delle forze dell’ordine: dobbiamo dare risposte, rasserenare». Se i cittadini, suggerisce il questore, si sentono impauriti, non si può liquidare superficialmente la questione a una pura percezione.

«Parlare di microcriminalità è riduttivo, perché a chi ha subito un furto sulla propria pelle questa definizione non interessa». Quali impegni intende prendere per far fronte agli assalti dei malviventi? «Bisogna farsi vedere di più, controlli continui, non blitz sporadici. E usare meglio anche la comunicazione. Ma la sicurezza non si fa solo con la pattuglia».

Contro il fenomeno della droga? «Ci impegneremo anche a controllare chi acquista, di solito sono tutti italiani». Messi al bando i facili proclami, che si scontrano con la realtà mutata della nostra città, insieme a quella dell’Italia intera, Sbordone si presenta piuttosto come un servitore dello Stato che prova a fare qualcosa per migliorare Reggio: «Voglio dare un contributo per risolvere qualche problema. Qui ho trovato un’ottima polizia municipale, che lavora, a differenza di altre città, 24 ore ed è stata collaborativa durante la gestione dell’ordine pubblico. Abbiamo un’ottima squadra mobile, in cui la procura ripone fiducia, e ottimi carabinieri. Bisogna lavorare insieme al Comune. Serve un gioco di squadra tra tutte le componenti: a Reggio secondo me ci sono le basi per crearlo».