Santarcangelo (Rimini), 8 dicembre 2017 - È Davide che batte Golia... È la piccola azienda che si ribella, e vince, contro la grande multinazionale. Costretta ora dall’Antitrust a pagare una maxi sanzione da oltre 60 milioni di euro. Ha avuto l’effetto di una ‘bomba’ la sentenza dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che ha deciso di multare la Unilever Italia, la società (facente parte dell’omonima multinazionale) che vende i gelati Algida «per abuso di posizione dominante». Ed è stata La Bomba – un nome, un destino – l’impresa riminese che da 50 anni produce ghiaccioli, a mettere nei guai la Unilever con la sua denuncia. «Mai avremmo pensato che sarebbe finita in questo modo. Molti all’inizio ci dissero che eravamo dei matti a metterci contro un colosso simile. E invece...», sorride Yuri Invelenato, che manda avanti insieme a Walter Carletti l’azienda di Santarcangelo.
Una piccola realtà di provincia, con una ventina di dipendenti e un fatturato di 700mila euro, ma capace in questi anni di esportare i suoi ghiaccioli, chiamati le ‘bombe’, ben oltre i confini romagnoli. Fino a quando alcuni gestori di stabilimenti e bar di spiaggia della costa adriatica e del Lazio, hanno iniziato a rifiutarsi di vendere i loro prodotti. Questo perché avevano un accordo in esclusiva per i prodotti Algida, e infrangerlo avrebbe significato rinunciare agli sconti e alle condizioni promessi da Unilever. «A quel punto – ricorda Invelenato – abbiamo iniziato la nostra battaglia».
La prima segnalazione all’Antitrust avviene nell’aprile 2013. Le indagini partono due anni dopo, quando La Bomba integra la sua denuncia. L’Antitrust non ascolta solo i titolari dell’azienda riminese, ma anche altri produttori di gelati, gestori di supermercati e di stabilimenti balneari, e Unilever. Punita ora con la multa da 60 milioni, calcolata sulla base del fatturato (1.424 milioni nel 2016). Unilever è stata sanzionata «per le condotte abusive con cui obbligava i clienti a mantenere una sola marca di gelato – scrive l’Antitrust – pregiudicando così la libertà di scelta del consumatore», il quale «per qualità e gusto avrebbe potuto preferire altri gelati a quelli Algida». «Ed è proprio quello che abbiamo sempre sostenuto – commenta Invelenato –. Siamo piccoli, ma i nostri gelati sono sempre più apprezzati e conosciuti, e non solo in Romagna». L’azienda sta esportando i ghiaccioli anche negli Stati Uniti. E ora, vinta la ‘guerra fredda’ con Unilever, «potremo tornare a vendere liberamente le nostre ‘bombe’».