Omicidio a Riccione, dopo averla strangolata chiama la cartomante: "Hai sbagliato"

La confessione dell'operaio cesenate Michele Castaldo. Prima di parlare ha chiesto di vedere la figlia

La sorella della vittima abbracciata da un carabiniere

La sorella della vittima abbracciata da un carabiniere

Riccione (Rimini), 7 ottobre 2016 - «Non voleva ascoltarmi, non voleva sapere quanto sono stato sfortunato con le donne. E allora l’ho presa per il collo e ho stretto...». Michele Castaldo, 54 anni, operaio cesenate, ha confessato ieri dal letto d’ospedale dove si trova piantonato, alla presenza del suo avvocato, Monica Castiglioni. Prima di parlare, come condizione ha chiesto che gli facessero vedere sua figlia, e l’hanno accontentato.

Ma la prima a sapere cosa aveva fatto, è stata la sua cartomante. Consultava spesso la maga, e l’altra sera prima di andare da Olga per un chiarimento, si era rivolto alla maga per sapere come sarebbe andata a finire. «Se stai calmo e tranquillo andrà tutto bene». Dodici ore dopo il delitto, alle otto di ieri mattina, le ha mandato un messaggio: «Non ci hai preso, l’ho ammazzata». Nell’sms annunciava anche la sua decisione di togliersi la vita, e a quel punto la sensitiva ha chiamato i carabinieri di Cesena che hanno sfondato la porta. Castaldo non era moribondo, solo intontito dall’Aulin e dal vino che aveva ingurgitato. Sul comodino, un biglietto: «Ho ucciso Olga» con tante scuse alla figlia per tutto quello che aveva combinato. I militari hanno allertato i colleghi di Riccione, e hanno scoperto il corpo di Olga. Era riversa accanto al divano, nessun segno di difesa.

«No – ha raccontato ieri Castaldo al pubblico ministero – lei non si è difesa, è come se si fosse lasciata andare. Mentre stringevo le mani intorno al suo collo e lei già rantolava, per non farla soffrire le ho versato in bocca dell’En, me lo porto sempre dietro perché dormo male». L’altro pomeriggio, ha raccontato, ha aspettato che Olga tornasse dalla parrucchiera, e lei l’aveva fatto entrare. Olga però era decisa a finirla con lui e con quelle liti per una gelosia assurda che si scatenava ogni volta che riceveva qualche messaggio da un amico. «Le donne mi avevano tradito tutte, volevo solo spiegarle perché ero diventato così geloso, ma lei non voleva ascoltarmi. Mi ha preso il matto, non ho capito più niente, così ho stretto e mentre stringevo le ripetevo che sarebbe stata solo mia».