Caso Guerrina, il Tribunale del Riesame ha respinto il ricorso di padre Graziano: resta in carcere

La decisione filtra a fine mattinata: era attesa entro giovedì dopo l’udienza di venerdì scorso

Padre Graziano

Padre Graziano

Novafeltria (Rimini), 19 maggio 2015 – E’ stato respinto il ricorso di padre Graziano. E’ la decisione che filtra dalle maglie del Tribunale del Riesame. Che dopo l’udienza di venerdì aveva tempo fino a giovedì per pronunciarsi.

Il religioso premostratense aveva chiesto attraverso il suo avvocato Luca Fanfani di essere liberato o in subordine, ma l’ipotesi vista la gravità del reato era sempre apparsa del tutto marginale, di poter accedere agli arresti domiciliari. No, Graziano resta in carcere, lì dove era stato portato dopo l’arresto avvenuto a Roma nel convento dell’ordine religioso.

Davanti ai giudici del Riesame si erano confrontate le due posizioni. Da una parte quella della Procura, che ha ribadito quelli che considera indizi gravi sulla colpevolezza del religioso, In testa gli orari, le ultime telefonate ricevute da Guerrina e il fatto che dal cellulare di Guerrina sia partita quella telefonata al prete nigeriano il cui numero era a conoscenza del solo Graziano.

Da parte sua Fanfani aveva provato ad aprire uno scenario diverso. Guerrina non soltanto vantava 4 mila contatti (sms e chiamate) con Padre Graziano, ma anche (negli stessi mesi) altre centinaia con Dawit Tades, l’etiope.

Da febbraio in poi telefonate e messaggini passati dal cellulare del figlio di Guerrina. E ce ne sarebbero 25, per un totale di 27 minuti, solo il 30 aprile, ultimo giorno prima di sparire.

Per Fanfani questo poteva bastare a far cadere il teorema secondo cui Padre Graziano sarebbe stato l’unico sospettato. Ma ora la sentenza che filtra non farebbe che confermare la scelta dell’arresto.

E si tratterà di capire quale ruolo abbiano avuto gli appunti ritrovati sulla scrivania di Padre Graziano («Guerrina non c’è più» e «Il telefono è caduto in acqua»).