Il cibo e la felicità

L'editoriale dell'attore (I 130 anni del Carlino: LO SPECIALE) FOTO La visita VIDEO L'intervista - La giornata

Vito al Carlino (FotoSchicchi)

Vito al Carlino (FotoSchicchi)

Bologna, 14 luglio 2015 - Il Resto del Carlino mi ha invitato a provare questa avventura di essere ‘Direttore per un giorno(Lo speciale) e io un po’ incuriosito e un po’ imbarazzato ho accettato questa opportunità di vivere per un giorno nella redazione dello storico giornale della mia città. Alla mia presenza è stata affiancata quella di Coldiretti, la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana, che, con le sue battaglie e iniziative pone sempre l’attenzione sulla sicurezza alimentare e sulla protezione della qualità di ciò che portiamo a tavola. 

In questo periodo parlare di cibo potrebbe sembrare un po’ banale e inflazionato. Dalla tv al bar, dalla parrucchiera al supermercato, dalla spiaggia alla tavola stessa il tema è declinato in tutte le salse e le discussioni che ne derivano possono durare ore. Mentre sono in treno o nei dintorni di Piazza Maggiore sento: «Sei già stato all’Expo?» «E al mercato di mezzo?» «Oh, no io preferisco quello delle Erbe!» «Bé, il lunedì pomeriggio però c’è il mercato della Terra». E che fiorire di parole: slow-food, biologico, vegetariano, biodinamico, vegano, crudismo, macrobiotico, chilometrozero… in pochi anni il nostro vocabolario quotidiano si è arricchito di termini che rimandano a nuovi stili di vita o a recenti mode tutte connesse all’alimentazione. Eggià, ridurre tutto ciò a un discorso di tendenze che finiscono per diventare solo business, dovrebbe forse farmi desistere e dedicare il mio editoriale a un tema più originale. Invece, forse proprio per questo, persisto, perché per me il cibo è altro.

L’aspetto che qui voglio sottolineare è la felicità. Felice è chi mangia un buon piatto e felice è chi quel piatto l’ha cucinato con passione. Non si spiegherebbe tanto interesse per l’argomento, se non fosse così strettamente legato all’amore. Mangiare dà gioia e conseguentemente chi cucina regala allegria. Conoscete un gesto d’amore più grande che regalare benessere? Cucinare è un gesto d’amore verso gli altri, ma anche verso se stessi: ti dà la possibilità di metterti alla prova, di sperimentare, di testare, di mettere in funzione tutti e cinque i sensi e la propria creatività, dandoti l’opportunità di sentirti realizzato. 

Il mio saluto a tutti voi che mi leggete oggi, in questa veste di Direttore del Carlino, è con un invito alla gioia, alla felicità e all’amore, che detto così potrebbe quasi sembrare una benedizione papale, ma la strada che vi indico io è quella di una bella tavola imbandita con amici e persone care. D’altronde quale migliore augurio per le lunghe serate estive?