Terremoto Emilia, due imprese su tre sono uscite dal tunnel

C'è chi arranca ancora, ma nessuna azienda (sia industriale che agricola) è più in cassa integrazione a zero ore per il terremoto

La recente visita di Gentiloni alla Magneti Marelli di Crevalcore

La recente visita di Gentiloni alla Magneti Marelli di Crevalcore

Modena, 29 maggio 2017 - Capannoni crollati, torni e frese che spuntano fra le macerie e impianti inagibili per mesi o addirittura anni. La ripresa per le imprese colpite dal sisma è stata lunga ma alla fine, il 70 per cento delle realtà industriali sta uscendo dal tunnel.

A faticare più delle altre sono le aziende agricole soprattutto nella provincia di Modena: soltanto 300 su 600 hanno ripreso la piena attività. A Reggio oltre 200 su 300 sono tornate ai livelli precedenti al terremoto. A Bologna e Ferrara quasi tutte le imprese agricole hanno ripreso senza problemi la loro attività.

In generale non c’è più nessuna azienda (sia industriale che agricola) in cassa integrazione a zero ore per il terremoto. Nel 2012 tante piccole attività, come i negozi, erano state colpite dal sisma: si parla di circa 800 botteghe alcune delle quali storiche e localizzate nei centri cittadini. Di queste oltre 500 hanno riaperto da almeno un anno.

Tardano a riprendersi i negozi del Modenese e Ferrarese con una ventina di botteghe storiche che rischiano l’estinzione.

Ci sono esempi di attività storiche che hanno completato la ricostruzione a tempo di record: un esempio è la Magneti Marelli di Crevalcore nel Bolognese, che ha sistemato l’impianto dedicato alla produzione di componenti per l’automotive che occupa un’area di 30mila metri quadrati con 370 dipendenti. Il sisma del 2012 aveva compromesso la struttura dello stabilimento: in soli sei mesi di lavoro l’azienda è riuscita a concludere l’operazione di ricostruzione; per gli interventi sono stati stanziati 3,4 milioni di euro dalla Regione e 1,8 milioni da parte dell’assicurazione dell’azienda.

I numeri si commentano da soli: è stata completata la fase di concessione dei contributi per le imprese per un totale di 1 miliardo 748 milioni di euro. Si tratta di risorse utilizzate per il ripristino degli immobili danneggiati e dei beni strumentali, per la delocalizzazione temporanea delle attività, e il ripristino delle scorte e dei prodotti.

Ai contributi per la ricostruzione delle imprese si aggiungono quelli del fondo Inail a favore delle aziende con carenze strutturali nei capannoni e per le quali occorra aumentare la sicurezza.

Sulla dotazione messa a disposizione – attraverso 4 bandi – si registrano quasi 1.800 domande presentate: sono state concessi contributi per oltre 40 milioni di euro a 1.143 imprese. Inoltre è stato aperto nei giorni scorsi un quinto bando per 10 milioni di euro, accessibile, questa volta, anche alle imprese agricole.