Delitto del Pinocchio, resa dei conti

Oggi il Gup deciderà sul rinvio a giudizio di Mattia Rossetti che uccise a coltellate Michele Martedì

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di Marina Verdenelli

Delitto del Pinocchio, oggi la resa dei conti davanti alla giustizia per Mattia Rossetti, il 27enne accusato di aver ucciso a coltellate, l’8 dicembre scorso, l’amico parrucchiere Michele Martedì, 26 anni. Viste le aggravanti con accuse da ergastolo Rossetti non potrà fare l’abbreviato.

Il gup Francesca De Palma che dovrà decidere se mandare a processo o meno il reo confesso sul quale una perizia psichiatrica ha evidenziato una sindrome paranoica che però lo ha portato ad agire con un alto grado di premeditazione e lucidità tanto da freddare il parrucchiere con 12 coltellate, mentre tornava da una passeggiata con il cane. Quei fendenti gli sono costate una delle aggravanti contestate, quella della crudeltà, perché avrebbe continuato ad infierire sulla vittima anche quando era immobile a terra e senza difese. Un giorno difficile per i familiari della vittima, strappati da loro Michele senza motivo, nel fiore degli anni e che aveva una vita piena di sogni e di progetti. Il fratello Marco non manca di ricordarlo sui social in tutta la sua spensieratezza, quando era ancora vivo e presente in famiglia. L’ultimo post pubblicato qualche giorno fa, a poche ore dall’udienza preliminare, dove Rossetti dovrebbe collegarsi da remoto con il carcere o potrebbe anche essere tradotto fino al tribunale dorico. Marco è vicino al dolore provato da un amico per aver perso, nello stesso periodo, un anno fa, il padre Enrico Cerioni, imprenditore di 60 anni morto per Covid. Cerioni era il titolare dell’azienda falconarese "PratoSempreVerde" e a novembre 2020 aveva contratto il virus che dopo un mese passato intubato in ospedale non gli aveva lasciato scampo. "Condividiamo lo stesso dolore – ha scritto sulla sua pagina Facebook Marco Martedì – di aver perso nello stesso periodo, per motivi assurdi, persone a noi care". Nel post anche un messaggio sul virus che continua a mietere vittime. "Non ho mai scritto niente sul Covid – ha postato Marco – ma prima che la mia vita cambiasse ero molto preoccupato della situazione di Enrico, papà del mio capitano, ma prima di tutto amico Fede. Enrico era sempre presente alle mie partite, col suo sorriso e con quel suo "forza mister" mi stringeva la mano e mi trasmetteva il suo calore, era una persona giovane e sana". Marco ha condiviso sulla sua pagina anche il pensiero dell’amico che ha ricordato la morte del padre rivolgendosi a chi ancora oggi non vuole vaccinarsi e parla di libertà.