Rilevano un supermercato affiliato ad una grande catena operante nel campo alimentare e per farlo creano una società per presentare garanzie bancarie poi risultate false. Il tutto coinvolgendo anche un anziano, con una buona pensione e con tanto di amministratore di sostegno. Consegnata la prima fornitura di merce, pari a quasi 120mila euro, nessuno ha più saldato il conto beffando la grande catena alimentare. Il raggiro è venuto a galla con una serie di denunce sporte a catena da una banca, che figurava come garante delle fideiussioni, e dalla società a capo della grande catena di distribuzione alimentare con base a Camerano, una nota cooperativa. In quattro sono stati denunciati per truffa aggravata continuata e l’indagine, portata avanti dalla squadra mobile diretta dal dottor Carlo Pinto, è stata chiusa proprio in questi giorni con la notifica degli atti ai diretti interessati. Sotto accusa ci sono un 47enne di Filottrano, un 72enne di Genga, una 61enne di Monterotondo e un 42enne di Apiro.
Il più anziano, pensionato e invalido civile, nel frattempo è deceduto. La donna sarebbe stata a capo di una nuova società costituita ad hoc per subentrare a quella in via di fallimento intestata al vecchio proprietario del supermercato, il 42enne di Apiro, un punto vendita della nota cooperativa nel campo alimentare e situato a Civitanova Alta. Inizialmente tale società avrebbe garantito il debito di 70mila euro contratto dal 42enne, con una fideiussione personale scritta dallo zio della donna, il 72enne di Genga, con la promessa che ne avrebbe ricavato anche lui dei soldi mensili dall’attività una volta ingranata a dovere. Tutto questo per guadagnarsi la fiducia della grande catena operante nel campo alimentare e affiliarsi a loro. Ottenuto questo, la garanzia data dal 72enne sarebbe stata sostituita con tre diverse fideiussioni bancarie, una da 70mila euro per coprire il debito pregresso, un’altra di pari importo per il rischio d’impresa e l’affiliazione e la terza per 44.500 euro per la consegna della merce. Fideiussioni inviate via mail alla ditta fornitrice, quella con base a Camerano. Il pensionato, poi deceduto, non poteva accollarsi nessun debito in quanto sotto amministratore che si è poi accorto della sua iniziale firma di garanzia sollevando una prima incongruità.
Il presunto piano truffaldino sarebbe stato portato avanti da un ristoratore dell’entroterra di Macerata, il 47enne di Filottrano indagato, che si era presentato all’incontro con il delegato della cooperativa spacciandosi per un geometra e nipote del garante dei primi pagamenti e ottenendo così l’autorizzazione alla vendita dei primi prodotti. Le fideiussioni erano state inviate alla cooperativa via pec, con mail certificata, tramite un sedicente studio di consulenza e avallate da un istituto di credito poi rivelatosi completamente ignaro. Gli indagati, una volta ottenute le linee di credito e l’affiliazione alla cooperativa hanno ricevuto le derrate alimentari dalla catena di Camerano, sede del centro di distribuzione della nota cooperativa, per 119.267,21 euro. Non vedendosi però pagare la fornitura la società di distribuzione ha chiesto conto alla banca dove figuravano le fideiussioni, per incassare il debito accumulato dal supermercato civitanovese ed è proprio così che è emersa la truffa. La banca non aveva mai contratto le fideiussioni e l’invio della documentazione sarebbe stata tutta falsa. Sia il centro di distribuzione che l’istituto bancario hanno sporto denuncia in Procura che ha poi delegato la squadra mobile alle indagini. Tutto si sarebbe consumato da gennaio a maggio 2022.