
La sopravvivenza di questi monumenti naturali è sempre più a rischio: "L’importante è segnalare"
"Il nostro è un progetto per far conoscere questi bellissimi alberi che sono parte della nostra storia e che meritano di essere ammirati e salvaguardati". Parole queste di Paolo Belellli, vicepresidente del Circolo Il Pungitopo che ha seguito in prima persona il progetto di conoscenza e valorizzazione degli alberi cittadini. La città di Ancona, dagli anni ’60 in poi si è molto estesa e le abitazioni hanno preso il posto occupato dai campi e dal verde. Basti pensare che fino a dieci anni prima gli anconetani per fare i loro picnic si recavano a Vallemiano che allora era aperta campagna con prati e alberi e un bel laghetto nel luogo dove oggi vi è la chiesa di San Paolo Apostolo. Di questo paesaggio ameno non resta traccia se non nelle foto di famiglia e in alcuni alberi che sono sopravvissuti e che oggi sono magari vicino ad un capannone, a un muro di cinta o circondati dal catrame. "Eppure dal punto di vista ecologico questi alberi svolgono un ruolo primario nella conservazione della biodiversità così come importante è il loro contributo nell’assorbimento del carbonio; inoltre, grazie alla ricchezza di legno morto costituiscono dei micro-ecosistemi per altre specie vegetali ed animali". La loro bellezza poi contribuisce a rendere più piacevole un luogo. Basti pensare a quanto potrebbero essere tristi le nostre piazze senza il verde.
La ricognizione che ha condotto il Circolo Pungitopo ad Ancona "ha consentito di porre in evidenza molti esemplari di roverelle (quercie pubescens), l’albero tipico delle nostre colline, un tempo largamente diffuso, la cui presenza si è drasticamente ridotta negli ultimi anni a causa dell’evoluzione agricola verso sitemi meno diversificati ed altamente meccanizzati; oltre a queste sono presenti molti esemplari di gelsi bianchi, le cui foglie in passato erano usate per l’allevamento del baco da seta, gli aceri campestri, i cipressi dei cimiteri, i tamerici e gli alberi di Giuda".
Lo strumento più idoneo alla loro tutela è dato dalle leggi statali e regionali. Nelle Marche la legge 6 del 2005 stabilisce che il Comune procede a censire quegli alberi oggetto di segnalazione da parte di associazioni, cittadini, scuole, ecc. Una volta censiti il Comune valuta e invia alla Regione l’elenco delle piante da tenere sotto controllo. La Regione a sua volta invia l’elenco al Ministero che decide o no di inserire le piante tra quelle monumentali del Paese. Ora è possibile ad ogni cittadino, ente, associazione, inviare direttamente alla Regione la segnalazione di un albero che per la sua età, storia o bellezza dovrebbe essere protetto e curato nella sua salute. Il Pungitopo è sicuroo che ci sono ancora molti alberi da scoprire. "La loro scoperta equivale anche ad una maggior tutela, ossia ad una maggiore probabilità di sopravvivere ancora a lungo, a seguito della loro segnalazione agli enti competenti".
Claudio Desideri