"Le nostre opere d’arte vanno lasciate inviolate Occorre più rispetto"

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Se c’è un autentico cultore, e difensore, della ‘grande bellezza’ anconetana quello è Antonio Luccarini, ex assessore alla cultura. Pur non conoscendo nel dettaglio il progetto di illuminazione della Fontana delle Tredici Cannelle, il professor Luccarini esprime concetti generali che dovrebbero stare alla base di qualsiasi intervento sul patrimonio pubblico, sia esso artistico, storico, architettonico o paesaggistico. "La bella politica è quella che tratta le persone come se fossero opere d’arte, da non toccare, da rispettare in se stesse, da lasciare ‘inviolate’. Figuriamoci come devono essere trattate le nostre opere d’arte, che sono patrimonio di tutti... Nei loro confronti c’è bisogno del massimo rispetto. Dovremmo vedere e renderci conto di quello che abbiamo, e salvaguardarlo nel miglior modo possibile".

Luccarini è consapevole che "oggi dobbiamo vivere in un ambiente ‘moderno’", e che "a volte l’inviolabilità delle opere d’arte è eccessiva, a tal punto che non ce le lascia vivere. Dobbiamo vivere le esigenze del presente, ma senza stravolgere le testimonianze del passato". Il degrado, purtroppo, anche quando si parla di opere d’arte importanti è sempre dietro l’angolo. Luccarini fa un esempio concreto, riferito a un’opera molto recente: "La fontana di Enzo Cucchi al Porto antico mi sembra piuttosto malridotta". Caso vuole che la Fontana dei Due Soli sia ‘ispirata’ alle Tredici Cannelle.

L’ex assessore cita anche un altro esempio, di cui si è parlato molto in tempi recenti: le ‘isole’ di corso Garibaldi. "Hanno tolto i due manufatti, e questo può andare bene, senza pensare che ora c’è bisogno di sedute che le sostituiscano". Riguardo alle luci che potrebbero ‘colorare’ le Tredici Cannelle Luccarini commenta che "può essere giusto se c’è un evento speciale, se la cosa è temporanea. Dobbiamo chiederci: ne vale la pena? Stiamo parlando di uno dei monumenti più caratteristici della città, che fa parte del panorama urbano del centro. Non è solo un reperto storico, ma l’opera di un artista straordinario come Pellegrino Tibaldi, lo stesso che ha dato ad Ancona opere bellissime, come il Salone di Palazzo Ferretti, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale delle Marche".