
Operazione decoro. Degrado e ruderi in vista sulle strade dei big del G7: "Basta, via quell’orrore"
Il Comune cerca di oscurare gli orrori in via De Gasperi, dalle casette condivise con l’Erap al rudere del Dopolavoro Ferroviario, in vista dell’arrivo dei grandi del G7 Salute: "Dopo mesi di interlocuzioni a vuoto con le ferrovie, tra mail e telefonate, ho deciso di passare alle vie di fatto scrivendo direttamente al Dopolavoro di Roma – ha detto in Commissione l’assessore Stefano Tombolini – Abbiamo fatto e inviato loro delle immagini dell’area e spiegato che lì tra pochi mesi potrebbero transitare le delegazioni del G7 e noi non ci faremmo una bella figura. Guardando le immagini del G7 in corso in Puglia mi viene da ridere se penso a quella parte della nostra Ancona".
Sarà una corsa contro il tempo, ma al netto delle belle figure coi potenti della Terra, ospitati in strutture di pregio e lusso, ci sarà poi da risolvere la grana del Bando Periferie legata al villaggio residenziale incluso tra via Pergolesi, via Marchetti e appunto via De Gasperi. Pensare cioè alle persone che lì ci vivono da anni in condizioni di assoluto degrado. Come emerso dai lavori della commissione, in quell’area c’è un’umanità davvero varia, ma è chiaro che senza un adeguamento dei sottoservizi base, come ad esempio un sistema fognario degno di questo nome, appare difficile cambiare le cose. Quello stralcio del Bando Periferie, l’unico rimasto veramente indietro rispetto agli altri tasselli del piano, rischia di diventare un’incompiuta.
Intanto l’amministrazione è riuscita, attraverso un’interlocuzione diretta del sindaco col ministero, a posticipare la fine dei lavori, e dunque la bontà del finanziamento, dal 31 dicembre del 2024 alla fine del 2025. L’amministrazione prende tempo, ma al momento la soluzione sembra lontana. L’obiettivo è allargare le opere dei sottoservizi a tutta l’area in questione (dove sorgono una serie di casette per un totale di circa 130 appartamenti) e non soltanto a quella centrale. C’è poi il nodo delle ristrutturazioni e qui a essere chiamati in causa sono sia il Comune che l’Erap, i due enti che gestiscono il grosso di quelle strutture edilizie. Il fatto che i privati non abbiano partecipato alle spese di contribuzione delle opere rende tutto più difficile.