Stroncato da un infarto in strada: Mariano Guzzini, il poeta della politica

L’ex presidente della Provincia e del Parco del Conero morto a 79 anni. Aveva appena consegnato un romanzo

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di Raimondo Montesi

Sono in tanti a ricordare Mariano Guzzini, scomparso ieri a 79 anni. Una personalità che alle tante doti ‘professionali’ univa un’umanità rara, preziosa. Funzionario comunista e dirigente del partito, Guzzini, originario di Recanati, fece politica dal 1965 al 2003 (Pci, Pds, Pd). Fondò e diresse la rivista Marche oggi. Giornalista, scrittore (anche per Einaudi e Laterza) e poeta, dal 1980 al 1985 fu assessore alla Cultura di Ancona, dal 1985 al 1994 presidente della Provincia, e poi presidente del Parco del Conero. Il sindaco Valeria Mancinelli scrive che Guzzini "ha portato avanti con passione un impegno politico molto forte, e sono state numerose le occasioni di confronto e collaborazione. Una passione che al di là dei ruoli ricoperti continuava a coltivare in un modo che chiaramente si era modificato, e di molto. La comunità cittadina deve ringraziarlo e ricordarlo per il suo impegno". L’Ente Parco del Conero ricorda di Guzzini "la grande passione e conoscenza di questa area protetta. Era atteso come invitato alla presentazione della pubblicazione sui 35 anni di attività del Parco, venerdì. "E’ una grave perdita" scrive il presidente Daniele Silvetti, che di recente aveva riunito tutti i suoi predecessori per un momento di confronto, al quale lui aveva partecipato volentieri. Inutile dire che il mondo dell’editoria ha un legame privilegiato con Guzzini. Quattro, ad esempio, i volumi usciti per Affinità elettive di Valentina Conti: "Fin da quando è nata la casa editrice, Guzzini è stato presente come autore, ma anche attraverso il confronto culturale e intellettuale. Era nato così un rapporto di amicizia. Due settimane fa mi aveva portato un romanzo. Gli avevo detto che ci saremmo sentiti dopo Natale. Ora ho sulla scrivania il suo scritto... Mariano era una penna felicissima". Conti ricorda anche il giorno della morte di Emma Ratti, sua ex moglie e madre del figlio Jacopo. "Venne a dirmi quello che era successo. Aveva bisogno di un conforto, e scelse me". Anche Giorgio Mangani (Il Lavoro Editoriale) lavorò con lui: "Era un personaggio politico non così consueto per le Marche. La sua formazione era letteraria, anche se la sua cultura era politica. Era anche appassionato di storia locale. Pubblicai il suo ‘Boccolino Guzzoni’. Il libro era dedicato a un capitano di ventura tipo Braccio da Montone, ma lui, con grande raffinatezza, scrivendone evidenziava certi ‘tic’ del presente". Gabriella Papini (Economia&Cultura), definisce Guzzini "un vero intellettuale. Se ci tenesse o no a esserlo non lo so. Ma certamente lo è stato, o almeno così appariva. Questo, insieme ad uno stile pacato, riflessivo, ne ha forse limitato la carriere politica. Aveva tutti i numeri per oltrepassare i confini regionali e finire in Parlamento. O raggiungere notorietà e successo in campo letterario, dove pure ha lavorato assiduamente. Ma la sua immagine non corrispondeva del tutto a quello che cercava il suo partito". Papini parla di "capacità di ascolto, di stile, discrezione e pacatezza".

Il professsor Antonio Luccarini confessa: "Lo ammiravo. Era un letterato, dotato di ironia, grazia, intelligenza. Un uomo di spessore, una mente illuminata. Ma non in sintonia con i suoi tempi. Era di una specie in via di estinzione. Più che come politico lo vedevo come un intellettuale. O un filosofo, laddove la filosofia è pensiero critico". "Ciao Mariano, vecchio amico mio, compagno di politica e poesia – scrive Andrea Nobili – Mi mancheranno la tua ironia, la tua intelligenza e soprattutto le tue filastrocche poetiche, con cui ‘difendevi l’allegria’: l’ultima me l’avevi inviata proprio ieri". Valerio Cuccaroni, presidente di Nie Wiem, rivela che Guzzini inviava anche a lui messaggi e poesie. E addirittura il referto medico dell’infarto che ebbe due anni fa: "Si definiva rimatore popolare. Con orgoglio ricordo che veniva alle nostre manifestazioni, e anche a una nostra riunione, in cui ci consigliò di prendere una persona che si occupasse dell’amministrazione".