
La viabilità resta il problema maggiore con tutti i rischi che comporta: da via Conca trasformata in autostrada al rebus del semaforo di via Flaminia. Ma anche il verde non scherza: il paradosso dei campetti diventati vivai.
Un dedalo di vie e di problemi. Torrette, se si resta lontani da quell’autostrada che è via Conca, è un quartiere in cui sembra che si possa vivere bene. La sensazione è quella di ritrovarsi ancora in una frazione, piuttosto che in una zona nevralgica della città. Perché si tratta di un rione molto esteso che sale dal mare fino all’ospedale e poi prosegue verso Palombina e Colle Ameno, una realtà che accoglie tanti universitari ma anche gli studenti del Volterra Elia, con una sua fermata del treno, con un incrocio tanto trafficato quanto pericoloso, quello su via Flaminia, con una rotatoria caotica come quella di via Conca davanti al palazzo Viola. Il Resto del Carlino ha trattato la scorsa settimana le problematiche relative all’edificio di via Conca e via Esino che ospita il centro commerciale. Stavolta ha rivolto lo sguardo verso altre zone, via Metauro, via Ete con la sua area verde, il parco del Gabbiano, e raccolto ancora le testimonianze dei torrettani.
Un quadro a tinte chiare e scure. Da un lato i tanti aspetti positivi del parco che si affaccia su via Rubicone, certamente uno dei polmoni verdi della città, con bagni puliti, giochi per bambini che sanno di nuovo, tante aree ombreggiate e ampi spazi dedicati ai cani. Dall’altro, per esempio, il parchetto di via Ete. Piccolo ma tenuto bene. Peccato che dall’altra parte della strada ci sia un campo da calcetto trasformato in vivaio, dove le piante spontanee crescono alte un metro, dove le persone della zona si sentono in qualche modo autorizzate a portare i cani a espletare i propri bisogni. D’altra parte nessuno potrebbe pensare di giocare a pallone in un’area che versa in quelle condizioni. E anche tutt’intorno, dove ci sono le panchine, l’erba alta raggiunge le sedute. Sembra quasi che gli incaricati della manutenzione del verde siano arrivati allo spazio giochi e poi abbiano chiuso gli occhi di fronte a quello che succede dall’altra parte della strada, sempre via Ete, pochi metri d’asfalto.
L’altro problema di Torrette, se si esclude la pendenza in discesa di via Grotte che spinge le auto di chi non è attento ai limiti ad aumentare molto pericolosamente la velocità, è rappresentato dal traffico e dalle rotatorie di via Conca. Quella in alto, in prossimità dell’ospedale e dell’università, è una selva, quella davanti al McDonald’s è un pericolo, spesso teatro di incidenti e investimenti. E poi c’è sempre il semaforo all’incrocio su via Flaminia a metterci del suo, teoricamente sincronizzato con il traffico su via Conca. Teoricamente, perché il rosso invece scatta all’improvviso, quando in via Conca, al semaforo con via Esino, non c’è nessuna coda. Un rosso pericoloso, tra l’altro, perché molti automobilisti che arrivano da Ancona e si trovano in coda per svoltare verso l’ospedale e l’autostrada, quando è giallo lampeggiante, si avvicinano all’incrocio e guardano i mezzi che sopraggiungono dall’altra parte, così finiscono per non accorgersi del rosso e passano ugualmente. Altri, invece, lo fanno proprio di proposito, perché quel semaforo, specie nelle ore notturne, diventa rosso anche quando non c’è nessuno. Insomma, un altro aspetto decisamente migliorabile di Torrette.
Un quartiere frequentato, ricco di esercizi commerciali e di vita, con tanti universitari, una porzione sempre più strategica del capoluogo che meriterebbe maggiore attenzione. Ma soprattutto soluzioni per il traffico che considerino la qualità della vita degli abitanti di quella zona, quotidianamente torturata dal passaggio dei mezzi pesanti.