Ancona, 25 giugno 2018 - I cittadini hanno votato "valutando il lavoro fatto e ritenendo utile una Amministrazione di questo tipo. I nostri concittadini hanno guardato alla sostanza delle cose". Valeria Mancinelli è nuovamente sindaco di Ancona e con maggiore insistenza e fermezza insiste sulla linea intrapresa, quella che non è per niente aderente "al teatrino della politica", quella che guarda alle reali necessità della popolazione.
Ha battuto Stefano Tombolini, candidato sindaco di due liste civiche (Sessantacento e Servire Ancona) ma appoggiato anche dai partiti del centrodestra (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Udc). Il risultato è stato impietoso per lui che si è fermato al 37,22% contro il 62,74% della sua avversaria. Ancona rimane dunque in mano a quel Partito democratico il cui nome ora si può pronunciare. Il sindaco Mancinelli, infatti, per tutta la durata della campagna elettorale ha cercato di non identificarsi nello schieramento di centrosinistra che l’aveva proposta anche nel 2013.
Dopo la caduta dei democrat in occasione delle elezioni Politiche del 4 marzo scorso ha distanziato big nazionali e confronti politici con gli iscritti. "E’ stato meglio così, anche se non sono stata solamente io a volerlo. La scelta insomma - sottolinea - non è stata solamente tattica, c’è qualcosa di più. Anche se il Pd avesse il vento in poppa, come si dice in questi casi, sono convinta che la rigenerazione passi per il fatto che i cittadini consapevoli valutino il saper fare dei partiti non per una scelta di appartenenza. Quindi volendo andare a confronto con i cittadini e sulla proposta di governo futura, non avrebbe avuto senso fare venire una persona che di Ancona non sa assolutamente niente. Solo in questo tentativo di ricostruzione seria, la trasparenza della politica viene fuori e viene fuori la valutazione per quello che si fa e quello che si dice".
Nei prossimi giorni il sindaco andrà alla composizione della nuova giunta comunale che vedrà per la maggior parte solo riconferme ad eccezione dell’assessore al Bilancio, Fabio Fiorillo che per motivi lavorativi e personali ha scelto di non proseguire su questo percorso.
Il dato choc del voto di Ancona, che si riconferma roccaforte 'rossa', è il crollo dell'affluenza: su oltre 80mila aventi diritto, sono andati alle urne 34.378, il 42,68%).
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