MICHELE CARLETTI
Sport

Gimbo Tamberi, il Van Gogh del salto iniziò con il basket: "Era esuberante"

Il racconto di Adriano Malatini, primo allenatore all’Atletica Osimo

Gianmarco Tamberi

Gianmarco Tamberi

Ancona, 25 agosto 2023 – Gianmarco Tamberi sarà nato pure il 1 giugno 1992 a Civitanova Marche, cresciuto a Offagna, ormai anconetano d’adozione dove ha stabilito il suo quartier generale al PalaIndoor e al Conti e dove abita nelle vicinanze, ma sportivamente è nato e cresciuto a Osimo. Nella città dei senzatesta l’attuale campione olimpico, europeo e mondiale di salto in alto ha iniziato a tirare a canestro, a correre, a saltare. Già il basket, primo grande amore, il primo sport di Gimbo, con la Robur Osimo.

Tamberi giocava a pallacanestro quando a dieci anni, papà Marco, l’ex coach, lo portava alla Vescovara, la pista di atletica osimana. Un figlio d’arte (nonno e papà nell’alto, mamma nel lungo, il fratello nel giavellotto) non poteva non praticare l’atletica e il salto in alto ed ecco il tesseramento con l’Atletica Osimo dove è rimasto dal 2002 al 2009. Con l’Atletica Osimo dell’allora presidente Adriano Malatini, guidato dal compianto coach Agostino Polverigiani, primo allenatore e tecnico storico della società osimana, e poi da Giorgio Gioacchini, ha gareggiato in quattro categorie: Esordienti, Ragazzi, Cadetti e Allievi. Tante le vittorie. Insomma la stoffa si vedeva che c’era anche "’se non era facile da gestire per la sua esuberanza. Il papà Marco (il papà, ndr), invece si era riavvicinato all’atletica come allenatore di mio figlio Luca. Durante i suoi allenamenti ha iniziato a fare i suoi primi salti Gimbo", raccontò in passato Malatini che già nel 2016 lo definì "un artista. Un Van Gogh del salto in alto. Non ha limiti. Non lo devi tenere a freno altrimenti i risultati non li fa. Sono sicuro che sarà il futuro dell’atletica italiana e mondiale". Malatini aveva visto giusto. Poi nel 2010 il passaggio di Gimbo alla Bruni Atletica Vomano di patron Gabriele Di Giuseppe seguendo il fratello Gianluca, giavellottista, l’unica squadra del Centro Italia che militava in A, nel comune di Morro D’Oro che allora non arrivava neanche a tremila anime, ma dove militavano campioni dell’atletica come Gibilisco e Greco. Tamberi nel 2010 fu titolare nella finale A "Oro" assoluti su pista conquistando lo scudetto di squadra. Un anno dopo stabilì il primato italiano indoor juniores di salto in alto con il primo titolo italiano all’aperto e in maglia azzurra conquistò il bronzo agli europei under 20 a Tallin in Estonia con 2,25 prima di passare alle Fiamme Gialle. Con l’Atletica Vomano tornò nel 2020 (quando salutò le Fiamme Gialle) dove rimase un anno per trasferirsi poi all’Atl-Elica San Vendemiano e infine nelle Fiamme Oro. Ma già Gimbo era diventato un campione. Con trionfi all’aperto e in sala, facendo registrare record italiani (2,39 all’aperto e 2,38 indoor entrambi nel 2016 rispettivamente a Montecarlo e Hustopece), conquistando tricolori, vincendo in campo nazionale e internazionale, ma soprattutto mettendo nella sua bacheca personale il titolo olimpico due anni fa a Tokyo, poi i Mondiali indoor (Portland 2016), gli Europei all’aperto (Amsterdam 2016 e Monaco 2022) e in sala (Glasgow 2019) e, l’ultima perla, quella che gli mancava di una collezione con la maiuscola, conquistata martedì sera a Budapest: il campionato mondiale assoluto all’aperto di salto in alto. Diventata la sua professione, mentre schiacciare in un canestro rimane solo una grande passione.