"Arrivate dall’Umbria, non potete entrare". La variante brasiliana fa sempre più paura

Studenti respinti da scuola, tribunale vietato agli avvocati: le ore più difficili di chi vive nella zona rossa della provincia di Perugia

In centro a Perugia la persone sono pochissime, ieri mattina è scattata la zona rossa

In centro a Perugia la persone sono pochissime, ieri mattina è scattata la zona rossa

Perugia, 9 febbraio 2021 - Umbria e Toscana si guardano in cagnesco. Di qua la zona rossa, di là il timore di contagi. E ci vanno di mezzo i ragazzi delle scuole. La prima comunicazione sancisce lo strappo: via gli studenti umbri dalle scuole della Valtiberina. Poi l’intervento di Provveditore e prefetti che riaprono le porte degli Istituti di Sansepolcro, appena oltre confine. Ma sotto il vestito inamidato della diplomazia cova la paura della diffusione del virus dopo la scoperta nel Perugino di due varianti – l’inglese e la brasiliana – particolarmente temute. Siamo alla caccia all’untore persino interna alla stessa regione, tanto che il tribunale di Terni impedisce l’accesso agli avvocati provenienti da Perugia, Amelia e Calvi dell’Umbria.

Località tutte contraddistinte dal bollino rosso. Una decisione che provoca la reazione immediata del presidente dell’Ordine degli avvocati di Perugia, Stefano Tentori Montalto. Di lì una nota ufficiale della presidente Rosaria Iannello abbassa i toni della discussione e dispone la ’possibilità’ di chiedere rinvii dei procedimenti ’per cautela sanitaria’ per le toghe, gli imputati o i testimoni provenienti dai comuni a rischio. Le zone di confine hanno però i nervi a fior di pelle sopratutto dopo la scoperta di pazienti positivi alla variante brasiliana appena al di là dal ’muro’ rosso. A Chiusi sono stati individuati nei laboratori delle Scotte di Siena, alcuni positivi alla mutazione arrivata dal cuore dell’Amazzonia e c’è il sospetto che possa essere stata traghettata nella vicina Toscana per contatti con persone della provincia di Perugia.

L’allarme per le possibili ripercussioni della micro zona rossa è nelle parole del sindaco di Chiusi Iuri Bettollini: "Siamo consapevoli di essere l’avamposto di difesa della Toscana per bloccare l’avanzata delle maledette varianti del Covid per questo stiamo chiedendo al governo regionale e nazionale, misure specifiche per consentirci di ripartire più forti di prima".Il caso-scuole invece era scoppiato domenica sera con una comunicazione di un Istituto di non ammettere in frequenza studenti della regione vicina. Per la verità gli istituti erano due, ma in un caso la parziale marcia indietro del liceo artistico Giovagnoli era arrivata già domenica. L’altra scuola, il liceo "Città di Piero", ha fatto dietrofront a partire da ieri dopo l’intervento a gamba tesa del provveditore Roberto Curtolo. "Non si può, punto e stop" il messaggio recapitato al preside Claudio Tomoli. Dal malumore dei genitori umbri il dibattito si era fatto infatti politico-istituzionale e i sindaci dell’Altotevere avevano subito contattato il prefetto Armando Gradone e l’Anci.

Tutto tranquillo , invece, sull’altro confine aperto: non si segnalano problemi nelle scuole di Cortona e della Valdichiana mentre qualche preoccupazione serpeggia in chat di classe ad Arezzo con famiglie che chiedono per i figli la discrezionalità di seguire in Dad anche se si prevede la presenza a scuola."Una brutta pagina per la collaborazione tra comuni del territorio e dire che Città di Castello è sempre stato aperto e disponibile per tutti…", dice il sindaco Luciano Bacchetta. Non è la peste e l’Umbria non è Milano ma la presenza delle varianti, in parte sconosciute, ha alzato i livelli di guardia in modo preoccupante.