Dopo la morte di Camilla Canepa, la 18enne di Sestri Levante che era ricoverata da domenica al San Martino di Genova in seguito a una trombosi al seno cavernoso e che il 25 maggio si era vaccinata con AstraZeneca a un open day, è atteso per oggi il parere del Comitato tecnico scientifico (Cts) sull'utilizzo del vaccino anti-Covid anglosvedese per i giovani dai 18 anni in su. Sul tema, alcune indicazioni in merito erano già state date dal ministero della Salute e dall'Agenzia italiana del farmaco Aifa, ma solo a livello di raccomandazione: uso preferenziale per i soggetti over-60. Ora però da più parti si levano voci che chiedono, in primis, di sospendere gli open day con AstraZeneca, e soprattutto che le autorità sanitarie diano indicazioni più precise e stringenti di semplici raccomandazioni. Virologi ed esperti di farmacologia (quasi tutti) insistono sull'importanza di continuare la campagna vaccinale, ma premono perché i vaccini a vettore virale (AstraZeneca e Johnson) non siano somministrati agli under 60 e in particolar modo alle giovani donne. Ad aprile, sempre a Genova, era morta una insegnante di 32 anni, dopo un'emorragia cerebrale.
- Andrea Crisanti
- Arnaldo Caruso
- Fabrizio Pregliasco
- Rosella Marcucci
- Stefano Montanari
- Roberto Burioni
- Matteo Bassetti
Andrea Crisanti
"Mi chiedo: come è possibile che sia stata presa l'iniziativa di dare questo vaccino in questa fascia d'età, al di là delle raccomandazioni esistenti? Il Cts era stato informato? Doveva essere consultato prima, non dopo". A dirlo all'Adnkronos Salute è il virologo Andrea Crisanti. "Io sono stupito dal fatto che l'iniziativa di organizzare Astraday per i 18enni sia stata presa senza il consiglio di una competenza scientifica. Consideriamo che tra 10 e 19 anni d'età ci sono stati 6 morti Covid di sesso femminile in Italia. Ora abbiamo un decesso dopo vaccinazione con vaccino a vettore adenovirale. Il gioco non vale la candela", riflette il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'Università di Padova. "È inutile nascondersi dietro al fatto che in Italia per il vaccino in questione è stato indicato un uso preferenziale sopra i 60 anni. Preferenziale, quando si hanno tanti vaccini a disposizione, equivale a obbligatorio, non prendiamoci in giro. Non ci sono dubbi al riguardo. Se hai alternative, non lo dai. I vax day andavano fatti con altri vaccini".
"Si pone ora il problema del richiamo per i ragazzi che hanno ricevuto la prima dose di vaccino AstraZeneca. Io aspetterei. Per quanto riguarda la seconda dose con un vaccino diverso - sottolinea - continuo a ripetere che senza dati non si vaccina".
Arnaldo Caruso
I vaccini anti-Covid a vettore virale come AstraZeneca "sono molto efficaci e tutto sommato sicuri". Le trombosi atipiche segnalate? "Parliamo di un caso su un milione in cui abbiamo detto da sempre che possono verificarsi degli eventi infausti. Eventi che stanno aumentando nel momento in cui portiamo la vaccinazione sulle fasce più giovani. E quindi se i vettori virali danno questi problemi, specialmente in giovani donne, in una fase in cui il virus ci lascia un po' più respirare e ci dà la possibilità di vaccinare nel tempo un po' tutti con vaccini che oggi si sono resi disponibili come quelli a Rna messaggero, possiamo scegliere di fare una vaccinazione un po' più mirata cercando di evitare il vettore virale in queste categorie" più a rischio. E' la riflessione di Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), intervenuto a 'Radio anch'io' su Rai Radio 1. Per Caruso "dobbiamo chiederci: perché questo tipo di trombosi con emorragia? E quali sono le basi, che al momento non conosciamo? Noi non sappiamo" perché viene la trombosi, "e non è solo una questione di genere o di assunzione di farmaci come la pillola anticoncezionale. Altrimenti avremmo avuto molte più morti di quelle che si sono verificate. Bisogna capire bene quali sono i meccanismi per alcuni soggetti particolari che vanno incontro a questi eventi. Chiaramente il vaccino è scatenante di una patologia che è di base".
Fabrizio Pregliasco
"Ritengo importantissima e necessaria una vaccinazione complessiva" contro Covid-19, "anche per i giovani. Per loro a questo punto, anche per garantire e rasserenare i genitori e soprattutto i ragazzi" stessi, "che hanno dimostrato una grande voglia di vaccinarsi, sarà importante" usare "in modo preferenziale i vaccini che hanno un maggior profilo di sicurezza" nelle fasce d'età giovanili, "quindi i vaccini a mRna". Così Fabrizio Pregliasco, virologo dell'univeristà Statale di Milano, intervenendo ad 'Agorà' su Rai3 all'indomani della morte di Camilla. "Io spero che questo secondo momento di angoscia su AstraZeneca non infici la campagna vaccinale complessivamente - auspica l'esperto - perché il virus sta circolando e come vediamo in Gran Bretagna, ma anche in altre nazioni, dà dei colpi di coda. Solo grazie alla vaccinazione riusciremo a evitare in futuro quella proporzione di casi gravi che si è evidenziata nelle ondate" epidemiche vissute finora, ammonisce Pregliasco, ribadendo l'efficacia e la sicurezza dei vaccini anti-Covid.
Il caso della giovane di Sestri Levante, "di fatto ad oggi diventa il quinto decesso potenzialmente attribuibile in modo un po' più strutturato ai vaccini Covid-19 - ricorda Pregliasco - di cui uno con vaccino a mRna e 4 con AstraZeneca", su decine di milioni di somministrazioni. "In termini statistici - evidenzia - si calcola che le vaccinazioni e la velocità con cui sono state attuate abbiano salvato almeno 10mila vite umane". Quanto alla possibilità, per chi ha già ricevuto una prima dose di AstraZeneca, di fare la seconda, l'esperto rassicura: "Ricevo messaggi angosciati, ma ad oggi nessun caso di trombosi si è registrato dopo la seconda dose di AstraZeneca. Le indicazioni attuali dicono che può essere fatta", anche se "è probabile che nel futuro si definisca la possibilità di un mix" tra vaccini diversi in prima e seconda dose.
Stefano Montanari
"Premetto che del caso di Genova non so nulla, ma posso dire che è la prassi ormai che quando una persona viene vaccinata e poi muore è sempre colpa di qualcos'altro". Lo afferma all'Adnkronos il farmacologo Stefano Montanari, noto per le sue posizioni no vax. "Tutto quello che si sta facendo in merito ai vaccini, ritengo sia sbagliato dal punto di vista farmacologico. Si continua a parlare di vaccino, ma vaccino non è, è un intruglio - aggiunge Montanari - non sono vaccini dato che non contengono il patogeno che è la caratteristica di base di un vaccino. Tutte queste somministrazioni sono fuori dalla buona pratica medica - continua Montanari - perché prima di iniettare un qualsiasi farmaco bisogna essere certi che la persona ne abbia realmente necessità, che non sia già immune, bisogna controllare la persona che non sia allergica al farmaco o altre sostanze. E poi i luoghi dove vengono eseguite le somministrazioni devono essere attrezzati per eventuali rianimazioni, le farmacie, per esempio, sono attrezzate? Questi vaccini vengono fatti alla cieca. Poi un'ultima domanda, perché non posso avere un campione di vaccino, sigillato, per poterlo analizzare? Lo aspetto da tempo, perché è vietato analizzare i vaccini?".
Roberto Burioni
"Un'azienda che nel 2019 ha fatto 3,144 miliardi di dollari di utile (AstraZeneca) assiste incredibilmente inerte alla polverizzazione della propria reputazione. Potremmo fregarcene se non fosse un problema per la sanità pubblica. Invece non possiamo permetterlo. La politica deve agire". Il virologo Roberto Burioni interviene così su Twitter "riguardo all'incredibile silenzio di AstraZeneca sulla sicurezza del suo vaccino" Covid-19, osservando che "talvolta le priorità di una immensa multinazionale non coincidono con quelle della sanità pubblica. E' compito della politica ripristinare questa necessaria coincidenza con adeguati provvedimenti", esorta il docente dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Matteo Bassetti
"I dati scientifici inglesi ed Ema ci dicono che il vaccino di AstraZeneca si può usare in tutte le età. Basta con il balletto delle comunicazioni e delle raccomandazioni che hanno cambiato le fasce d'età per questo vaccino, con errori enormi di comunicazione sia dell'Agenzia del farmaco che del ministero della Salute". Così scriveva su Instagram Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, solo 24 ore fa. Nel giro di una giornata, però, la sua linea deve essere cambiata parecchio. Visto che un giorno dopo dichiara: "A questo punto dobbiamo avere il coraggio di dire che Astrazeneca è un vaccino di cui possiamo fare a meno e puntiamo su quelli a Rmna".
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