L'affondo di Bonomi: "Bello andare al G20, ma i risultati li fa l'industria"

Il presidente degli industriali: "Dalla manovra ci aspettiamo un intervento choc sul cuneo fiscale. Serve una riduzione della spesa pubblica". Il conto energetico delle imprese: dagli 8 miliardi del 2019 ai 110 del 2022

Roma, 16 novembre 2022 - Energia, spesa pubblica e cuneo fiscale. Sono i tre grandi temi che il governo deve affrontare in maniera prioritaria nella manovra finanziaria. Lo sottolinea Carlo Bonomi, che ha parlato della legge di bilancio 2023 a margine dell'assemblea di Confindustria Como e Lecco Sondrio, moderata dalla direttrice del TG1 Monica Maggioni. "Noi ci aspettiamo che vengano mantenuti gli impegni sulla finanza pubblica e sull'energia - ha detto il presidente degli industriali - ma principalmente un intervento forte sul cuneo fiscale. Abbiamo sentito che si vuole prorogare i due punti su cui è già intervenuto il governo Draghi". Ma non basta. "Spero e auspico che si trovino le risorse per fare l'intervento choc, che chiediamo da tempo, di sedici miliardi". 

Carlo Bonomi, presidente di Confindustria (Ansa)
Carlo Bonomi, presidente di Confindustria (Ansa)

Come finanziarlo? Bonomi auspica che il nuovo esecutivo prosegua l'agenda Draghi in materia di finanza pubblica. "Non bisogna fare altri debiti. Ho sempre sostenuto l'azione del governo Draghi che ha iniziato una azione di discesa del debito. Questo Paese  cerca sempre nuove risorse ma non guarda mai a ciò che spende, superiore a mille miliardi. Credo che bisogna riconfigurare la spesa. E quello che chiediamo è di riconfigurare quella spesa per fare un intervento schock sul lavoro". 

"Nel Paese - ha proseguito - abbiamo novemila aziende a partecipazione statale, un terzo delle quali è in perdita, in certi casi può succedere. Però mille di queste hanno più membri nel consiglio di amministrazione che dipendenti e allora c'è qualcosa che non torna". 

Bonomi porta i numeri della crisi per le imprese. "La bolletta energetica della manifattura nel 2019 era 8 miliardi quest'anno è stimata in 110 miliardi". L'impennata è dovuta allo choc su energia e materie prime. "È brutto dirlo - spiega - ma noi lo avevamo detto che il tema dell'energia era un problema. La speculazione era iniziata già prima della guerra in Ucraina. L'Europa è mancata completamente e il nostro Paese, invece, sconta le scelte scriteriate di decenni. E come al solito a farne le spese sono famiglie e imprese". 

Il presidente degli industriali non risparmia stoccate a governo e istituzioni. "È bello andare al G8 e al G20 ma poi tutti i risultati li facciamo noi come industria manifatturiera, con le mille difficoltà che dobbiamo affrontare quotidianamente". Difficile non leggere queste parole come un richiamo a Giorgia Meloni, appena rientrata da Bali. "Grazie ai rimbalzi del 2021  abbiamo avuto un extragettito fiscale da 60 miliardi che l'anno prossimo non avremo. Quindi non ci saranno più quelle risorse nell'eventualità serva tamponare una eventuale escalation dei prezzi dell'energia. Purtroppo nel nostro Paese accade che gli errori della politica li pagano sempre le imprese e le famiglie".