"Chiedono amore e attenzioni, li invito a riflettere"

Il consiglio del musicista brianzolo Flam Boy, convertito dalle rime sboccate a un rap etico e filosofico e ai buoni sentimenti

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"La loro è una evidente richiesta di attenzioni ed amore, ma fatta in maniera non esplicita e quindi insana...". Francesco Spinello, in arte Flam Boy, è un artista brianzolo, che è passato dal rap da strada – coltivato da ragazzino sotto i portici in centro a Desio, dove stupiva anche Emis Killa – a quello “etico e filosofico” che lo contraddistingue, rendendolo unico.

Nella prima fase, le rime un po’ pesanti e piene di sproloqui – come tutti i suoi giovani colleghi – poi la redenzione, per affrontare, sempre in musica, temi universali. Per lanciare messaggi positivi. Unire anziché dividere. Promuovere l’amore e l’amicizia anziché l’odio e la violenza. È da qui, adesso che di anni ne ha 31, che osserva la degenerazione della trap e dei suoi esponenti, ma lo fa con grande misura e buonsenso, senza condanne: "Purtroppo questi ragazzi vivono una evidente condizione di malessere e disagio - dice Francesco, che lavora come grafico ma prosegue in parallelo nella sua carriera musicale -, che è dettato secondo me dalla richiesta di attenzioni: è per questo che urlano, che scadono negli eccessi, che si mettono in mostra, che alzano sempre più l’asticella. Purtroppo quello che cercano non lo trovano in una società sempre più divisa, senza armonia e buone relazioni". La trap, il suo inneggiare a soldi, droga, violenza, come messaggio per trovare un riconoscimento, per avere popolarità, per sentire di esserci: "Cercano di sentirsi qualcuno, cantando e a volte commettendo assurdità, in un mare di nulla, per far vedere che ci sono. Ma io vorrei provare a farli riflettere: quali stili di vita stanno mettendo in atto? E soprattutto quali frutti stanno ottenendo? La popolarità? Quella, come arriva, in un attimo va via...". Un ruolo chiave è quello della famiglia: "Ai genitori direi di amare di più i loro figli, soprattutto di ascoltarli di più, è da lì che parte tutto". La soluzione sta nel creare buone relazioni, "che non è semplice - sottolinea Flam Boy, che ha studiato all’istituto d’arte di Giussano - e necessità di coraggio, ma se ci si arriva poi il bisogno di apparire si placa, si rilassa". Nelle sue canzoni ci sono valori universali e spiritualità, essere e non avere: "Ai trapper di oggi direi di fermarsi a riflettere seriamente - dice, con grande dolcezza - di chiedersi come stanno a livello interiore, quali emozioni stanno vivendo. La consapevolezza di come si sta è sempre il punto di partenza migliore e può essere anche il punto di svolta, per cercare una strada più sana".

Una via migliore – lontana dagli eccessi, dalla violenza, dalle droghe, dai razzismi – anche per non rappresentare più dei cattivi maestri per schiere di adolescenti: "A tutti i ragazzi, che siano i trapper o chi li ascolta, consiglierei di scegliersi con grande attenzione i propri maestri di vita. Io, dal punto di vista musicale, ho scelto Franco Battiato, ad esempio". "E poi - conclude - abbiate fiducia nella vita! Io ne ho tanta, nonostante ciò che stiamo vivendo, e nel prossimo disco, intitolato ‘No time for Karma’ canterò dell’importanza di perdonarsi".

Alessandro Crisafulli