Covid e variante Delta, Galli: "Non credo a una nuova ondata grave"

Per l'infettivologo "i vaccini ci sono" ma bisogna "fare le cose bene". Zone rosse? "Al limite a livello locale, non nazionali"

Massimo Galli

Massimo Galli

La variante Delta fa paura, dopo l'impennata di casi in Gran Bretagna, dove in una settimana si è registrato un aumento del 46% di casi legati alla mutazione. Ma può esserci una nuova ondata in Italia? "Francamente non credo si possa pensare al rischio di una nuova ondata con la portata e le caratteristiche di quella dello scorso anno. I vaccini ci sono, sono stati numerosi, noi siamo indietro rispetto agli inglesi ma ne abbiamo fatti molti anche noi. Abbiamo la preoccupazione per le persone di oltre 60 anni che non si sono vaccinate. È difficile pensare ad una ondata con una connotazione come quella che abbiamo già visto, ma anche vedere un altro morto è veramente inaccettabile, anche se, purtroppo, saremo costretti ad accettare qualche altro decesso. La conseguenza è che dobbiamo fare le cose bene e non credo sia una brillante idea farci arrivare altro virus dall'Inghilterra", è l'analisi di Massimo Galli, direttore del reparto Malattie infettive all'Ospedale Sacco di Milano, intervenendo alla trasmissione 'Agorà Estate su Rai 3.

Per Galli "la variante inglese è presente in Italia ed è inevitabile che che diventi la variante preponderante in breve periodo. C'è solo da sperare che non ci siano centinaia o migliaia di casi". Quanto all'ipotesi di nuove zone rosse per contenere la variante "a parte qualche disgraziata situazione locale - considera l'infettivologo - dove potrebbe essere necessario un intervento più drastico per fermare dei focolai, a livello nazionale credo francamente di no. Se riusciamo ad essere rispettosi di qualche regola non proprio soffocante fino al prossimo autunno è altamente verosimile che la campagna vaccinale ci metta nella condizione di poter reggere l'impatto della variante Delta, che giustamente preoccupa".

Quanto ai vaccini, non è detto che debbano essere somministrati proprio a tutti. Galli pensa ai "tantissimi guariti che hanno un gran bel po' di anticorpi e che è assurdo vaccinare, perché spesso diamo loro effetti collaterali e non aggiungiamo molto alla loro capacità di difendersi".