A seguito del rovinoso crollo l'isola di Ischia, leggo che uno degli abitanti, noto anche per essere stato un costruttore sull'isola, dicendosi pentito, avrebbe dichiarato: "Penso che certe cose non le dovrei costruire...avrebbero dovuto fermare tutto molti anni fa, ma il sistema ci ha mangiato, andava bene a tutti". E poi ancora: "Se io ho un vigneto e stanotte ci costruisco le fondamenta di una casa, tu autorità lo vedi e dovresti fermarmi per dirmi: 'dopodomani voglio che torni tutto come prima, distruggi le fondamenta'. E invece no." Se non fosse per il fatto che si devono purtroppo contare delle vittime, verrebbe un po' da sorridere a sentire un costruttore disperarsi per il fatto di non essere stato fermato prima. Ma da chi? Dall'autorità preposta ovviamente. In primis la magistratura. Ciò che accade a Ischia può accadere anche ad altre latitudini. Mi sorge a questo punto un interrogativo: quando e dove accadrà la prossima catastrofe (ovviamente annunciata) allorché si verseranno come sempre le solite lacrime di coccodrillo. Potrei anche riferire un aneddoto personale che riguarda la civilissima Toscana. Danilo Domenichini
ArchiveCrolli e lacrime di coccodrillo