E ora un’impresa su 10 è pronta a licenziare

Caro energia, il sondaggio di Confesercenti fra le attività pisane: "Il 18% limiterà giorni e orari di apertura. Il 40% prevede grossi cali"

Migration

di Michele Bufalino

Situazione complicata per le aziende della provincia di Pisa, nei dati rilevati da Confesercenti Toscana Nord con il caro energia che continua a spingere l’inflazione. Questa è infatti la causa principale degli incrementi delle tariffe e il 40% delle piccole e medie imprese pisane (a fronte di un 36% di media nazionale) prevede rincari dei prezzi al consumo per riuscire a sostenere la stangata in arrivo per le utenze di energia e gas. Problemi che si riverseranno logicamente anche sui guadagni. Solamente il 17% dei pisani infatti si aspetta un aumento del fatturato per il 2022 rispetto al 2021, mentre il 41% prevede un grosso calo, mentre per il 40% delle aziende sarà stabile.

Sono i dati provinciali scorporati da quelli nazionali, diffusi da Confesercenti Toscana Nord, il cui presidente, Alessio Lucarotti, ha lanciato l’allarme in questi giorni: "Si prevedono conseguenze pesantissime che il caro bollette sta avendo sulle attività commerciali – dichiara Lucarotti –. L’aumento dei prezzi al pubblico non è l’unica strategia introdotta dalle imprese per contrastare il boom dei costi fissi: anche perché, per molte attività, traslare gli importi delle bollette sui prezzi finali vorrebbe dire uscire fuori mercato".

Il 18% delle imprese infatti adotterà sistemi di limitazioni di giorni e orari di apertura delle attività, mentre il 4% degli esercenti pensa a una sospensione anche per periodi più lunghi nei mesi invernali. Potrebbero esserci anche ricadute più gravi, non solo per l’utenza, ma anche per i lavoratori. Infatti il 14% delle aziende sta valutando dei possibili interventi di riduzione del personale e il 25% degli esercenti farà ricorso a forme di finanziamento, approfittando del decreto aiuti-ter per pagare a rati gli importi richiesti.

"Le imprese hanno le armi spuntate contro il caro energia, in particolar modo quelle sotto i 50 dipendenti sono vittime di un fenomeno per il quale stanno subendo un impatto fortissimo – insiste il presidente di Confesercenti Toscana Nord -. Le azioni del precedente governo sono state importanti, ma è impensabile che si possa continuare ad intervenire solo sugli effetti: occorre intervenire sulle cause, perché a rischio c’è anche l’occupazione". Resta quindi grande la preoccupazione, con ben 2 pisani su 3 (pari al 66%, superiore al 54% del dato nazionale) che pensano alla questione del caro energia come prioritaria nell’agenda politica da mettere al primo posto, prima ancora della riduzione del cuneo fiscale o dell’Irpef.