"Ecco le nostre preferenze per il Quirinale"

I parlamentari pistoiesi e l’elezione del nuovo capo dello Stato. Berlusconi, Draghi o una donna: quali sono le posizioni attuali

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Il tema più caldo dell’inizio del nuovo anno è sicuramente l’elezione del presidente della Repubblica, visto che tra pochi giorni si concluderà il settennato di Sergio Mattarella. Molti i dubbi sulla sua successione, come spiegano anche i parlamentari pistoiesi. Già, quali sono le idee dei rappresentanti della provincia in parlamento? Per chi si schierano?

Il centrodestra ha già un’idea piuttosto precisa: "È ancora prematuro fare delle previsioni, tuttavia mi sembra che si stia consolidando la candidatura di Silvio Berlusconi – afferma Barbara Masini, senatrice di Forza Italia – Se sarà confermata, il centrodestra avrà il proprio candidato da votare. Il suo è un nome forte ma la situazione è ancora in stallo, staremo a vedere". L’altro nome già uscito pubblicamente da tempo è quello di Mario Draghi: "È un’altra candidatura possibile, ma ritengo che non possa lasciare il Paese in mezzo a un percorso appena iniziato, con il lavoro sul Pnrr alle prime battute – conclude Masini – l’autorevolezza però c’è, ovvio". Maggior apertura da parte di Patrizio La Pietra: "Al momento il nome di Silvio Berlusconi è quello che circola con più forza e rappresenterebbe unitariamente il centrodestra, essendone sempre stato un punto di riferimento – spiega il senatore di Fratelli d’Italia–- vedremo se sarà ufficializzato. Draghi? Sarebbe valore aggiunto a tutti i livelli, è sicuramente una candidatura su cui riflettere anche perché ho sempre sostenuto che sia il presidenzialismo la strada da portare avanti, ma adesso il problema è che la composizione di questo parlamento non rappresenta più il Paese reale". Sulla stessa lunghezza d’onda Manuel Vescovi: "Per me il capo dello Stato dev’essere anche capo del governo, con l’applicazione del federalismo, altrimenti si va verso il declino – attacca il senatore della Lega – è difficile gestire in modo serio il Paese cambiando governo ogni anno. Da tempo auspico che il capo dello Stato sia votato direttamente dai cittadini italiani, adesso sarà tristemente eletto dalle segretarie di partito, con un parlamento che non rispecchia il Paese". Maurizio Carrara è ottimista: "Intanto vorrei dire che sono onorato di poter partecipare all’elezione del prossimo presidente della Repubblica – sottolinea il deputato della Lega – una scelta importante e anche stimolante, che arriva in un momento storico di grande difficoltà e che fa sentire su tutti noi il peso della responsabilità alla quale siamo chiamati. La Lega oggi conta 133 deputati e 64 senatori, per cui avrà sicuramente un peso importante nella scelta di un presidente che per la prima volta potrà essere vicino al mondo del centrodestra, o che comunque non abbia avuto la tessera del Pd e questa mi sembra già una novità importante. Le alternative possibili sono due. Se si cercherà di procedere a maggioranza diffusa il nome più probabile è quello di Mario Draghi, che è già riuscito a trovare una maggioranza ampia anche come presidente del consiglio; se così non fosse si andrà invece a una elezione a maggioranza dove il centrodestra avrà sicuramente un peso importante".

E il centrosinistra? "L’appuntamento con l’elezione del presidente della Repubblica è un momento emozionante – afferma Caterina Bini, senatrice del Pd – peraltro dal 2013 ho avuto la fortuna e l’onore di partecipare a ben due elezioni, quindi adesso lo farò per la terza volta, cosa che in nove anni non credo sia mai capitata prima. Non mi appassiona più di tanto il toto-nomi, anche perché so per esperienza che quelli veri escono all’ultimo momento. Mi piace più parlare delle caratteristiche che il nuovo presidente dovrebbe avere: equilibrio, garanzia, senso dello Stato. La mia preferenza assoluta sarebbe un altro settennato del presidente Mattarella che ha interpretato il suo ruolo a garanzia del Paese e della Costituzione nel modo migliore. Sarebbe bello se ci potesse essere una donna al Quirinale – aggiunge poi – la sosterrei volentieri, sempre ovviamente se dotata delle caratteristiche che ritengo necessarie al ruolo. Draghi? Spero rimanga presidente del consiglio: il Paese con il Pnrr e la pandemia ha bisogno di continuità e della sua autorevolezza. L’idea secondo la quale dal Quirinale avrebbe gli stessi effetti sul governo del paese che da presidente del consiglio dimostra una scarsa conoscenza della nostra Costituzione".

Alessandro Benigni