Green pass obbligatorio al lavoro: le differenze tra pubblico e privato

Regole diverse sulla sospensione dal lavoro. Nelle aziende con meno di 15 dipendenti è possibile sostituire il lavoratore senza certificato

Roma, 17 settembre 2021 - Dal 15 ottobre il green pass sarà obbligatorio per tutti i lavoratori, sia pubblici che privatiMagistrati e dipendenti di Bankitalia, colf, badanti, elettricisti e idraulici, ministeriali e dipendenti dei consigli comunali, governatori e consiglieri regionali eletti alle elezioni, volontari: dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre, quando è prevista la scadenza dello stato d'emergenza, il green pass diventa necessario in tutti i luoghi di lavoro e andrà ad incidere direttamente sulla vita di 23 milioni di italiani di cui 14 milioni e 700mila impiegati nel settore privato. Compresi deputati e senatori anche se, essendo Camera e Senato organi costituzionali, spetterà a loro decidere da quando e con quali modalità adeguare il proprio ordinamento in base al principio dell'autodichia, ossia dell'autonomia decisione.

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Cosa cambia dal 15 ottobre

Dipendenti pubblici, privati e autonomi sono dunque equiparati: spetterà al datore di lavoro effettuare i controlli, chi verrà sorpreso in un luogo di lavoro senza il pass sarà sanzionato con una multa da 600 a 1.500 euro e per tutti lo stop allo stipendio scatterà dal primo giorno.

La differenza tra pubblico e privato

C'è solo una differenza tra aziende private e Pubblica amministrazione e riguarda la sospensione dal lavoro. Mentre nel pubblico chi non ha il green pass è ritenuto "assente ingiustificato" e dopo il quinto giorno di assenza il rapporto di lavoro è sospeso, nel privato la sospensione sarà immediata: il lavoratore è assente senza diritto alla retribuzione fino a presentazione del pass. Non ci sarà tuttavia - e qui le regole tornano a convergere - conseguenza disciplinare e niente licenziamenti, in ambo i casi.  

Le aziende con meno di 15 dipendenti

Ma c'è un'altra precisazione da fare, che riguarda soltanto il settore privato e nello specifico le aziende con meno di 15 dipendenti. Per quest'ultime infatti è prevista una disciplina volta a consentire al datore di lavoro a sostituire temporaneamente il lavoratore privo di certificato verde.