Imprenditore di Chiusi fugge da Kiev "Aiuterò l’Ucraina dalla Toscana"

Viaggio rocambolesco, missili cadono mentre Buricca sale sul pullman. Poi l’arrivo al confine con la Polonia. L’arrivo in Italia in tarda serata: "Ho scoperto che c’è ancora tanta umanità e un cuore grande"

-di Laura Valdesi

SIENA

"Scusi la devo lasciare, stiamo arrivando al confine: controllo green pass e documenti. Sono in Italia". Ha la voce stanca per un viaggio tribolato di oltre due giorni da Kiev fino a Chiusi, Paolo Buricca. Imprenditore che da 22 anni ha un’attività in Ucraina dove vende mobili, pavimenti e rivestimenti a grandi catene. Sono da poco passate le 11 di domenica quando il treno preso ieri di buon mattino a Vienna entra in territorio italiano. Aveva deciso di non lasciare la capitale, assediata dai russi e gli uomini organizzati per la guerriglia, "ma tanti amici ucraini mi hanno pregato di rientrare perché da qui – spiega Buricca – avrei potuto aiutarli di più. Mentre ancora ero là ho fatto giungere a destinazione 25 pallet di alimenti, medicine e vestiti per i bambini. Molte cose, accade in situazioni come queste, vanno a finire nelle mani sbagliate: se c’è il contatto diretto tutto cambia", racconta Buricca. Consapevole del pericolo e della scia di morte che si è lasciato alle spalle, al contempo con un velo di tristezza nella voce perché lì è rimasta l’attività costruita in tanti anni di sacrifici".

Quando ha lasciato l’appartamento a Kiev?

"Venerdì mattina la partenza. Mentre stavamo salendo sul pullman sono caduti a circa 300 metri da noi due missili. Abbiamo visto una colonna di fumo nera. Anche due grattacieli vicini a quello in cui abitavo sono stati sfregiati dai colpi e, proprio nel posteggio davanti agli uffici della mia attività, sono atterrati due missili inesplosi".

Dalla capitale verso Leopoli.

"Scortati dalla polizia che si è data il cambio durante il tragitto. Alla frontiera con la Polonia ci saranno state 6mila persone, una distesa di donne e bambini, qualche anziano. Grazie alla dicitura nel passaporto ’ministero affari esteri-collaborazione’ non ho dovuto attendere ore e ore. Sono rimasto commosso e colpito da come ci hanno accolto in Polonia: panini, bibite, caffè, cioccolata per i bimbi, passeggini. Soprattutto tanta vicinanza. Mi si è aperto il cuore. Ci hanno poi indirizzato verso un paese, grande quanto Montallese, si chiama Chalupki. Qui sona arrivato in treno e quando hanno saputo che venivo dall’Ucraina, la sala d’attesa era in manutenzione, mi hanno messo a disposizione un vagone riscaldato portandomi di tutto per pranzo. Ogni ventie se avevo bisogno di qualcosa. C’è ancora umanità".

Poi è arrivato a Vienna, in ritardo per prendere subito la coincidenza per l’Italia.

"Alle 23,30 siamo andati in un ostello, 5 ore di sonno. Alle 6.30 di nuovo via, verso Chiusi".

Tornerà a Kiev quando tutto sarà finito?

"Appena possibile, certo. Terrò i contatti, la mia attività si trova lì. Mi ha chiamato stamani (ieri, ndr) il consigliere regionale Scaramelli a cui ho dato la disponibilità a collaborare con la Toscana per l’Ucraina, mettendomi a disposizione".