"Abbiamo con noi 25 profughi, sono distrutti"

Il racconto del viaggio al confine Ucraina-Polonia: "Sono state notti difficili. Hanno dovuto fare chilometri a piedi per raggiungerci"

Una volontaria prepara i pacchi per i popolo ucraino

Una volontaria prepara i pacchi per i popolo ucraino

 

 

Firenze, 7 marzo 2022 -  "Ci siamo fermati da poco a pranzo, siamo vicini all’Austria ma ancora abbiamo parecchia strada da fare per tornare a casa". Continua il nostro viaggio verso il confine tra Ucraina e Polonia insieme alla Misericordia, grazie ai racconti di Gianluca Pantano, partito giovedì nel mezzo di testa del convoglio fiorentino. Dopo le prime 36 estenuanti ore di viaggio, tra problemi tecnici, paure per le notizie che arrivavano dal fronte, freddo e nevicate, i volontari sono arrivati a Dorohusk, piccolo villaggio polacco a pochi chilometri dall’Ucraina, sabato pomeriggio. Da quel momento, tramite messaggini, foto e video, abbiamo visto la situazione tragica che si sta consumando alla frontiera.

Avevamo lasciato la Misericordia, nel racconto di ieri, alla frontiera intenta a cercare di salvare più profughi possibili. A mezzanotte arriva un messaggio di Gianluca: "Stiamo aspettando altre 10 persone, appena arrivano ripartiamo subito verso Firenze", insieme a un video che ritrae l’incredibile fila di persone in cerca di fuga dall’Ucraina. L’aggiornamento successivo è alle 2 di notte, e porta buone notizie. "Alla fine siamo riusciti a portare con noi 25 persone, come primo viaggio siamo molto felici. Ripartiamo adesso, ci sentiamo domani mattina". I dodici mezzi della Misericordia hanno riacceso i motori in direzione Firenze nella notte, e sperano di arrivare a destinazione in 24 ore, anche se come ci spiega Gianluca al telefono qualche ora dopo, il rientro non è certo dei più facili.

«Ancora ci mancano tanti chilometri – racconta durante la sosta per il pranzo, quando riusciamo a fare una chiacchierata al telefono –, ma contiamo di arrivare a casa stanotte (ieri, ndr ). Anche questa nottata non è stata per nulla semplice, speravamo di partire presto, invece abbiamo aspettato l’ultimo gruppo di profughi fino alle 2 del mattino. Hanno dovuto percorrere a piedi l’ultimo tratto, di quasi quattro chilometri sui monti sopra la frontiera, ma ce l’hanno fatta. Alla fine sono 25 persone, divisi tra vari gruppi familiari. Poverini, sono distrutti. Stanotte ho parlato con i guidatori degli altri mezzi e tutti mi hanno detto che hanno dormito e non hanno aperto bocca. Chiaramente sono molto scossi, ma piano piano si stanno sciogliendo. Ci siamo fermati a pranzo tutti insieme, abbiamo visto i primi sorrisi e le prime parole, è stato molto bello". Il viaggio è ancora molto lungo, ma nonostante la stanchezza, il morale dei ragazzi della Misericordia è altissimo. "Siamo entusiasti e felici – continua –. Ci rendiamo conto di aver fatto una cosa grande, importante e bellissima. Siamo un po’ degli stracci, va detto, anche perché negli ultimi tre giorni abbiamo dormito più o meno 6 ore, ma tra caffè e energy drink non molliamo (ride, ndr ). Non vediamo l’ora di arrivare a Firenze, anche per questa povera gente".