Putin (ri)pensa al missile Burevestnik, la "Chernobyl volante"

Nell'isola artica di Novaya Zemlya avviati i preparativi per un nuovo lancio del missile da crociera a propulsione nucleare Burevestnik, temibile perché ha teoricamente un range illimitato. Ma anche per il rischio di contaminazione che comporta semplicemente volando. Il missile ha già fallito 12 test su 14 e l'8 agosto 2019 fu responsabile di un incidente grave, che fece 7 morti e 3 feriti e provocò contaminazione radioattiva nell'area, fino a 16 volte il fondo naturale

Russia, l'isola di Novaya Zemlya

Russia, l'isola di Novaya Zemlya

Roma, 30 settembre 2022 - La Russia avrebbe avviato la preparazione per un nuovo tentativo di lancio del missile da crociera a propulsione nucleare Burevestnik, il primo missile che ha anche un reattore nucleare a bordo ed è stato progettato per volare anche per giorni portando a bordo una testata nucleare e raggiungendo qualsiasi angolo del globo. E’ un'arma temibile, con gravi implicazioni non solo di proliferazione ma anche ambientali vista la presenza di un reattore nucleare a bordo, che in caso di incidente o comunque dopo la caduta (anche senza testa nucleare a bordo), rischia di causare serie contaminazioni, come accaduto nell'incidente dell'8 agosto 2019

Poseidon e Burevestnik, le superarmi di Putin. Il punto sui test e a cosa servono davvero

La super arma di Putin

Il Burevestnik, prodotto dalla azienda russa Novator - in codice Nato SSC X9 Skyfall - fa parte delle sei super armi annunciate da Vladimir Putin in persona il 2 marzo 2018 ed è ancora in fase di sviluppo, iniziata nel 2016 e proseguita in almeno 13 test tra il novembre 2017 e il febbraio 2018, di cui 11 finiti in crash durante o dopo il lancio. L'incidente dell'8 agosto 2019 fu il 12° test fallito su 14. Il test di maggior successo fu fatto dalla base di lancio in Nova Zemlya e fece volare il missile per 35 chilometri. Il problema principale nello sviluppo del missile sembra essere il passaggio dal volo iniziale con combustibile liquido tradizionale (la classica dimetildrazina asimmetrica, un composto dell’azoto) a quello di crociera, che dovrebbe avvenire usano la spinta data da un piccolo reattore nucleare miniaturizzato.

Il nuovo test

Secondo vari analisti militari i russi avrebbero ripreso la preparazione per un nuovo test che sarebbe stato spostato dal poligono militare di Neonoska/Nyonoksa, nella regione nord occidentale russa di Arkhangelsk, sul Mar Bianco, alla remota e non popolata grande isola artica di Novaya Zemlya, classico sito di sperimentazione degli ordini nucleari (e non solo) sovietici e poi russi. I test site si trova a Pankovo. A provare la preparazione del lancio sono una serie di immagini satellitari, in particolare una del 16 settembre 2022 (risoluzione di 50 centimetri) che mostra un contenitore di missili Burevestnik  davanti alla rotaia di lancio. Il missile è a lancio inclinato e il container viene utilizzato solo per il trasporto. Un riparo ambientale copre il punto in cui saranno fissati i booster di lancio e i moduli di controllo del missile. Si nota anche un rimorchio parcheggiato presso il rifugio nord. È lungo 13 metri e potrebbe essere un trasportatore per i missili o un camion di carburante per la sezione booster del missile.Un tentativo di lancio era stato fatto anche a fine agosto 2021, ma poi per qualche ragione non è stato portato a termine. Adesso a quanto pare la Russia ci riprova.

I test sono supportati da tre navi da carico e da varie imbarcazioni più piccole che hanno portato il materiale necessario per un potenziamento del sito, che portato alla costruzione di nuovi edifici. La più grande delle navi da carico è stata identificata come la Sevmorput, un'unità a propulsione nucleare di 260 metri. La Sevmorput ha lasciato Murmansk il 10 settembre e ha fatto rotta verso Pankovo. Un'altra delle navi mercantili sembra essere una nave da carico generale lunga circa 137 metri. Si tratterebbe della Teriberka, della compagnia di navigazione Arctic. L'ultima nave è più piccola, lunga circa 85 metri. Una nave delle dimensioni e colori viste nelle foto satellitari, la  Geolog Pechkurov, che seguiva la Teriberka quando era visibile sull'AIS terrestre nel Mar Bianco l'11-12 settembre.

L'incidente dell'8 agosto 2019

Fu di 7 morti e 3 feriti il bilancio dell'esplosione dell'8 agosto 2019  causata da un fallito lancio del Burevestnik avvenuto nel poligono militare di Neonoska/Nyonoksa, nella regione nord occidentale russa di Arkhangelsk. Le vittime furono esperti dell'agenzia nucleare russa Rosatom che in una nota ufficiale ammise che l'incidente era avvenuto "durante i lavori d'ingegneria e manutenzione tecnica delle fonti isotopiche nel motore a propellente liquido". Fu un'ammissione importante, perché esiste un solo missile con doppio sistema di propulsione propellente liquido/nucleare, il missile da crociera Burevestnik. Fu di fatto la conferma che l'incidente aveva riguardato quel sistema d'arma. "Cinque nostri colleghi sono morti e altri tre hanno riportato lesioni e ustioni di varia gravità"  riportò la nota di Rosatom. E fu non un'esplosione ma due. L'incidente nucleare sarebbe avvenuto in due tempi, con due distinte esplosioni, la seconda delle quali avrebbe diffuso la radioattività in ambiente. Roshydromet - l'ente meteo federale che effettua anche rilevazioni sulla radioattività - ammise che ci fu contaminazione a Severodvinsk, e fino a 16 volte il fondo, ma questa è poi scesa fino a livelli di normalità. A sostenere che le esplosioni furono due fu il Norsar research institute, un centro di ricerca norvegese indipendente che collabora con il CTBTO, il trattato contro i test nucleari. Il Norsar ha sei stazioni di monitoraggio che fanno parte di una rete globale di stazioni di sorveglianza che registrano e trasmettono i dati all'organizzazione viennese Comprehensive Test Ban Treaty Organization (CTBTO), che controlla il rispetto globale del trattato contro i test nucleari.

"Da quanto ci risulta - ha detto Anne Lycke, l'amministratore delegato dell'istituto, prima al quotidiano norvegese Aftenposten e poi in una intervista a RFE/RL - le esplosioni sarebbero state due". "Le stazioni di monitoraggio dell'istituto - ha spiegato - hanno rilevato una prima esplosione alle ore 9 ora locale grazie ai dati raccolti dalle nostre stazioni sismografiche . Le letture hanno indicato un'esplosione che si è verificata da qualche parte vicino alla superficie terrestre nella zona di Severodvinsk/Nenoska, non possiamo dire se sul terreno o sull'acqua. Circa due ore dopo, alle 11 di mattina, un diverso sensore progettato per rilevare gli infrasuoni, o suoni a bassa frequenza, ha registrato un altro evento acustico. I ricercatori hanno concluso che quella era probabilmente un'esplosione. L'orario della seconda esplosione sarebbe compatibile con il picco di radioattività gamma registrato a Severodvinsk attorno a mezzogiorno".

Questo ha cambiato in maniera significativa la dinamica dell'incidente nucleare. Sinora Rosatom - incaricata di condurre i test - ha sostenuto che l'incidente è avvenuto a un missile a propulsone mista tradizionale/nucleare dopo un test fallito. Il missile Burevestnik (il nome non fu però fatto da Rosatom) sarebbe stato lanciato da un piattaforma e sarebbe finito in acqua. Recuperato con una gru dai tecnici e dai militari della base sarebbe poi esploso una volta sulla chiatta di lancio, a causa di un incendio al combustibile liquido. La duplice esplosione ipotizzata dall'istituto di ricerca norvegese potrebbe confermare questa ricostruzione allungandone i tempi, ma potrebbe anche far pensare a un doppio lancio. A sostegno di questa ipotesi  alcune immagini satellitari della base di lancio che mostrano una piattaforma di lancio a 3,8 chilometri al largo della base che appare semiaffondata e danneggiata e un seconda piattaforma arenata sulla spiaggia. Incontrando nei giorni scorsi i cittadini di Nenoska, la cittadina di 450 abitanti che sorge accanto alla base, i militari - che hanno vietato per un mese ogni attività in una larga porzione di mare prospiciente il sito - hanno detto che una evacuazione non è necessaria ma li hanno esortati a non avvicinarsi all'acqua perché potrebbero essere relitti pericolosi". Da notare che la corrente ha poi trasportato il secondo pontone, quello che nelle immagini satellitari era al largo, vicino al primo, nei pressi della spiaggia a circa 2 chilometri dalla base, come mostrarono alcune foto e un video a suo tempo postati sul social russo VK.