Oscar 2021: chi ha vinto. "Nomadland" miglior film, delusione Pausini

Chloé Zhao seconda regista donna a vincere in 93 anni. Sorpresa Anthony Hopkins. Niente da fare per Laura Pausini e "Pinocchio"

Chloe Zhao migliore regista

Chloe Zhao migliore regista

La sorpresa è arrivata all'ultimo premio: miglior attore Anthony Hopinks, straordinario interprete di "The Father", vincitore quando tutti davano per certa l'affermazione postuma di Chadwick Boseman. Per il resto tutto secondo pronostico, è "Nomadland" il film trionfatore dell'edizione numero 93 degli Oscar e Chloé Zhao diventa la seconda donna a vincere il premio per la miglior regia dopo Kathryn Bigelow, la prima di origine asiatica. Ciliegina sulla torta, Frances McDormand miglior attrice. Va in porto una Notte delle Stelle all'insegna dell'inclusione, di genere ed etnica, e che verrà ricordata per aver riportato un grande evento "in presenza", dopo un anno di faticosissime cerimonie via Zoom, anche se ci sono stati diversi collegamenti da remoto e la location è stata spezzettata tra los Angeles - dove al Dolby Theatre si è affiancata la Grand Union Station - e Londra. Per mettere le cose in chiaro dal primo momento l'attrice-regista Regina King ha dato il la alla cerimonia parlando da "madre di un figlio nero" e riferendosi alla sentenza per la morte di George Floyd: il caso che ha dato vita al movimento "Black Lives Matter" ha avuto il suo peso in questi Oscar.

Tra gli attori non protagonisti la vittoria è andata di Daniel Kaluuya (black panther uccisa in un complotto in "Judas and the Black Messiah) e all'attrice sudcoreana di "Minari" Yuh-Jung Youn, che è stata anche divertente nel suo discorso di ringraziamento ricordando come viene storpiato il suo nome in Occidente. Chapeau a Glenne Close, sconfitta per l'ennesima volta ma capce di un ballo con semi twerk a sorpresa. I protagonisti invece sono stati, appunto, Anthony Hopkins e Frances McDormand.

Curioso poi il passaggio di consegne alla regia: Zhao, prima donna di origine asiatica a vincere la statuetta per la regia, è stata premiata dal vincitore dell'anno socrso, il primo asiatico nonché primo autore di un film in lingua straniera a trionfare nella categoria, il coreano Bong Joon-ho.

In ogni caso confermati in buona parte i pronostici, con una distribuzione molto equa dei premi, frutto di una stagione comunque difficile contrassegnata da cinema a lungo chiusi, visioni in streaming, titoli arrivati a spizzichi e bocconi al pubblico. Scelte come da previsione. Dalla vittoria della Danimarca di Thomas Vinterberg ("Un altro giro") tra i film stranieri (commovente la dedica del regista alla figlia morta, travolta da un automobilista che guardava il cellulare) alla divisione ecumenica dei premi alla sceneggiatura, andati a due dei film più sorprendenti dell'anno, "Una donna promettente" (firmato dalla seconda donna regista nominata, record, Emerald Fennell) e "The Father", viaggio nella demenza senile di Florian Zeller.

Grande sconfitto, ma si era capito da tempo, il "Mank" di David Fincher, 10 nomination e un soggetto (la vita molto alcolia dello sceneggiatore di "Quarto Potere") che in un'altra annata avrebbe polverizzato la concorrenza. Ma quest'anno la politica batte la nostalgi e così arirvano "solo" gli Oscar per fotografia (firmata da Erik Messerschmidt) e scenografia.

Un po' di delusione anche per gli italiani. Laura Pausini (nominata con Niccolò Agliardi e Diane Warren per "Io ssì (Seen)" da "la vita davanti a sé") si è dovuta inchinare a sorpresa a H.E.R. e a "Fight for You". Il "Pinocchio" di Matteo Garrone correva invece per il miglior trucco e per i migliori costumi, ma in entrambe le categorie ha prevalso il film all black "Ma Rainey's Black Bottom" sabaragliando una concorrenza interessante (anche "Mank" è andato ko) ma la nomination resta la conferma dell'eccellenza degli artigiani del cinema tricolore.

 

Tutte le statuette

Sceneggiatura originale "Una donna promettente", Emerald Fennell

Sceneggiatura non originale "The Father", Florian Zeller e Christopher Hampton

Film internazionale "Un altro giro" di Thomas Vinterberg - Danimarca

Attore non protagonista Daniel Kaluuya, "Judas and the Black Messiah"

Trucco e acconciatura "Ma Rainey's Black Bottom" 

Costumi "Ma Rainey's Black Bottom"

Regia Chloé Zhao, "Nomadland"

Suono "Sound of Metal"

Cortometraggio "Two distant strangers"

Cortometraggio animato "If Anything happens I love You"

Film d'animazione "Soul" di Pete Docter e Dana Murray

Documentario corto "Colette" di Anthony Giacchino e Alice Doyard

Documentario "Il mio amico in fondo al mare" di Pippa Ehrlich, James Reed e Craig Foster

Effetti speciali "Tenet"

Attrice non protagonista Yuh-Jung Youn, "Minari"

Miglior scenografia "Mank"

Fotografia "Mank" 

Montaggio "Sound of Metal"

Colonna sonora "Soul" (Trent Reznor, Atticus Ross e John Batiste)

Canzone "Fight for You" ("Judas and the Black Messiah")

Miglior film "Nomadland"

Attrice protagonista Frances McDormand, "Nomadland"

Attore protagonista Anthony Hopkins, "The Father"