Romano La Russa: "Saluto fascista? No, saluto militare di 15 vecchietti rincoglioniti"

L'assessore regionale di Fratelli d'Italia commenta così il video con il braccio destro alzato a un funerale

Milano, 21 settembre 2022 - Solo ieri Giorgia Meloni ha voluto ricordare e sottolineare di non essersi mai dissociata dalle parole con le quali Gianfranco Fini definì il fascismo un “male assoluto”. Una sottolineatura, quella della leader di Fratelli d'Italia, finalizzata a rassicurare quanti, a torto o a ragione, temono un arretramento sul piano dei diritti civili e un revisione della collocazione atlantica dell'Italia nel caso in cui a vincere le elezioni Politiche del 25 settembre dovesse essere un centrodestra guidato, in termini di consensi, proprio dai meloniani. A distanza di poche ore da quella sottolineatura, ecco un video (pubblicato per primo dal sito ilfattoquotidiano.it) che ritrae Romano La Russa, assessore regionale alla Sicurezza di Fratelli d'Italia, fratello di Ignazio, cofondatore del partito, fare il saluto romano nel corso del funerale di Alberto Stabilini, storico militante dell'estrema destra milanese.

Assessore Romano La Russa, siamo ancora al saluto romano?

“Non c'è stato nessun saluto romano, chi lo dice pecca di ignoranza. Quello che avete visto è il rito del 'presente', che è un saluto militare che si fa con il braccio esteso. Non si è trattato mica di una manifestazione politica, non c'era nessun significato politico, ma dell'ultimo saluto ad un caro amico, che a me era anche cognato, essendo il fratello di mia moglie. Insomma: 15 vecchietti rincoglioniti, me compreso, che hanno voluto dare l'ultimo saluto ad un amico”.

Non ci sarà stato alcun significato politico ma voi avete salutato un camerata, come si sente distintamente nel filmato, facendo il saluto romano.

“Lei ha fatto il militare?”

No.

“Ecco, io non so come sia oggi ma ai miei tempi quando si faceva il militare ci si chiamava l'un l'altro 'camerata'. Ancora oggi, credo, quando un militare giura fedeltà alla Repubblica, lo fa col braccio esteso, proprio perché è un saluto militare. E quando muore un commilitone, lo si saluta col rito del presente e col braccio esteso. Il saluto romano è un fatto politico, il rito del presente è un fatto militare. Ogni anno si saluta così anche Ramelli e le procure hanno stabilito che in quel tributo non c'è nulla di illegale”.

Stabilini ha fatto il militare con lei, era anche un suo commilitone?

“No. Ma in gioventù, negli anni '70, abbiamo condiviso insieme tante battaglie prima nelle fila della Giovane Italia e poi nel Fronte della Gioventù. Infine, come ho detto, è diventato mio cognato. Chi era presente al funerale era certamente tutta gente di destra, persone che condividono la mia stessa storia, la stessa militanza, persone che hanno legittimamente deciso di tributare ad un amico il saluto militare, come lui stesso voleva, secondo un rito sicuramente patriottico ma non politico. Mi piacerebbe che si sollevasse altrettanto dibattito anche in altre occasioni”.

A quali occasioni si riferisce?

“Alle occasioni in cui si vedono persone nelle piazze con il pugno chiuso alzato. Non so che significato abbia per alcuni, Almirante diceva che lo tenevano chiuso per nascondere le mani sporche di sangue”.