Settantamila gli anziani ancora da vaccinare

La percentuale dei 60enni “coperti“ sale al 50%. Ora si viaggia sulle 9mila somministrazioni al giorno. Il coinvolgimento delle farmacie

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L’accelerata c’è stata sui sessantenni: negli ultimi cinque giorni ne sono stati vaccinati circa undicimila, a una media di oltre duemila ogni 24 ore. Ma soprattutto è salita la percentuale di coloro a cui è stata inoculata la prima dose: ora sono più del 50% quelli con parziale ‘copertura’. Su un totale di circa 111mila persone in fascia 60-69 anni, sono 56.466 quelle vaccinate, con un incremento di dieci punti percentuali rispetto a venerdì scorso. Abbiamo già detto come la marcia a 9mila inoculazioni giornaliere (è questa la media nelle ultime 72 ore) stia creando alcuni disagi tra i cittadini, dato che in alcuni centri le file e le attese siano piuttosto lunghe.

Ma adesso sembra aumentare in modo importante il numero degli anziani messi sotto copertura: in Umbria sono 285mila le persone nella fascia che parte da 60 anni per arrivare agli ultracentenari, e quelle a cui è stata almeno somministrata almeno una dose e al momento ammontano a 215mila (75%). Ci sono insomma, 70mila anziani da vaccinare ancora (55mila sono sessantenni come detto), con tre su quattro che sono almeno ‘coperti’ da una dose di Pfizer, Moderna e Astrazeneca. Nel frattempo gli umbri vaccinati sono saliti a 322mila, pari al 42% delle persone a cui è prevista la somministrazione del farmaco (748mila circa), mentre sono oltre 166mila quelli immunizzati (21%). Le dosi somministrate sfiorano il mezzo milione (480mila) in attesa di ulteriori accelerazioni con il coinvolgimento delle farmacie e delle aziende con oltre 200 dipendenti che potranno iniziare le vaccinazioni appena le dosi saranno disponibili: il via libera della Giunta regionale su quest’ultimo aspetto è fissato in giornata. Intanto la vice presidente dell’Assemblea legislativa, Simona Meloni (Pd), sollecita la stessa Giunta-Tesei, affinché "provveda a dare risposta concreta ai soggetti fragili che soffrono di reazioni allergiche severe, mettendoli nelle condizione di poter ricevere al più presto la dose di vaccino in sicurezza".

Meloni sottolinea come "i pazienti con reazioni anafilattiche severe derivanti da sostanze e farmaci o con mastocitosi e asma bronchiale non controllato, possono eseguire la vaccinazione anti Covid ma hanno bisogno di una gestione più specifica ed individualizzata che comporta, ad esempio, l’osservazione prolungata, la premedicazione o la stabilizzazione della malattia di base". "Tenuto conto della particolare condizione di questi soggetti, spesso fragili – conclude la consigliera Dem – occorre predisporre tutte le iniziative utili a recuperare le lunghe attese che, per taluni casi, si stanno protraendo da mesi".

M.N.