Covid, test calmierati in farmacia: l’adesione lombarda è lenta

Le prime 32 (su tremila) sono comparse solo ieri nell’elenco del commissario. L’invito della Regione: chi sposa il protocollo sarà coinvolto in altre iniziative

Migration

di Giulia Bonezzi

È già passata una settimana dalla firma del protocollo d’intesa tra il commissario all’emergenza Covid generale Francesco Paolo Figliuolo e i presidenti nazionali di Federfarma, Assofarm e Farmacie unite per introdurre un calmiere dei prezzi dei test antigenici del coronavirus, che fissa il costo di un tampone rapido dal farmacista a 8 euro per i ragazzi tra i 12 e i 18 anni e a 15 euro per i maggiorenni. Le stesse condizioni stabilite, il giorno successivo, da un altro protocollo per le strutture sanitarie private autorizzate: per ciascun test antigenico fatto a un minorenne, il laboratorio o la farmacia ricevono poi un contributo di sette euro dallo Stato, in modo che la remunerazione sia sempre di 15 euro all inclusive, dal materiale all’esecuzione, fino al rilascio della certificazione digitale. La metà, rispetto al costo medio di un test rapido a Milano.

Sono accordi sottoscritti in concomitanza con l’introduzione del green pass per l’accesso a una serie di attività, e il green pass chi non si è vaccinato e non è guarito dal Covid lo può ottenere, con validità di 48 ore, solo con un tampone negativo, anche rapido. L’accordo, ha ricordato ieri con una nota la Direzione generale Welfare della Regione, è valido fino al 30 settembre ma non vale in automatico "per tutte le 17mila farmacie italiane: è previsto che la singola farmacia possa accettare o meno di aderire". L’accettazione dev’essere inviata a livello nazionale in modo da essere inserita nell’elenco delle farmacie aderenti e pubblicata sul sito internet istituzionale del Commissario. E fino a ieri sera, nell’elenco commissariale comparivano circa tremila farmacie delle 17mila italiane, da tutte le regioni e province autonome tranne che dalla Lombardia.

Un divario anche peggiore di quello visibile nel corrispondente elenco della sanità privata (ieri mostrava in tutto 68 strutture da undici regioni, nessuna dalla Lombardia), leggermente migliorato con l’aggiornamento di ieri, che ha visto spuntare le prime 32 adesioni di farmacie lombarde, di cui una sola a Milano città (in via Vincenzo Monti angolo Quinto Alpini), altre quattro in provincia (ad Abbiategrasso, Rosate, San Donato Milanese, Vimodrone), e poi nove nel Varesotto, cinque nella provincia di Como, una nel Lecchese, una in Valtellina, una nella Bergamasca, sei nel Bresciano e quattro nel Mantovano. Trentadue su tremila farmacie in Lombardia, una paginetta scarsa contro le oltre sette del Lazio, le 11 del Piemonte, le 14 del Veneto, le 17 pagine di elenco occupate dall’Emilia-Romagna, dove il test rapido calmierato a 15 euro in farmacia era stato introdotto dalla Regione già a febbraio.

Anche la Lombardia, ricorda la Dg Welfare, era intervenuta per offrire test rapidi gratuiti, anche in farmacia, a chi deve visitare una persona in Rsa o Rsd e ogni due settimane al personale scolastico e ai ragazzi dai 14 ai 19 anni; l’offerta dal 23 agosto s’allargherà ai sei-tredicenni, includendo gli under 12 non vaccinabili dal coronavirus ed esentati dal green pass in Italia, ma ai quali il tampone può essere chiesto ad esempio per un viaggio all’estero. Questi test gratuiti, per i quali le farmacie aderenti ricevono dalla Regione un rimborso di 12 euro ciascuno, rimarranno, assicurano dal Welfare. La cui nota suona come un invito alle farmacie ad aderire numerose al calmiere nazionale, operazione per la quale la Regione già "contestualmente alla firma dell’accordo nazionale" ha comunicato loro "le indicazioni operative". Ed "è intenzione della Regione - sottolinea la nota del Welfare - coinvolgere nelle future iniziative che riguardano la gestione del territorio la costituenda rete delle farmacie aderenti al protocollo nazionale".