Firenze, 25 febbraio 2021 - Nulla più è come un anno fa, quando i primi pazienti Covid risucchiarono anche la Toscana nel buco nero della pandemia. Ci siamo ancora dentro. Si combatte con armi nuove, mirate, ma la battaglia è tutt’altro che vinta. La regione, pur sul filo del rosso, anche la prossima settimana dovrebbe restare in zona arancione. L’incidenza settimanale dei contagi in Toscana è ben superiore ai 50 casi ogni 100mila abitanti, siamo a 146,2 previsti per la fascia arancio.
Ma lo scenario di rischio attribuibile è ancora di tipo 2, con una situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario nel breve-medio periodo e i valori dell’indice Rt regionale non superano la soglia fatidica dell’1,25. Tuttavia ci sono le varianti che preoccupano e spingono verso decisioni che non possono essere più rimandate. Si aspetta il verdetto della cabina di regia nazionale, dopo la riunione del cts, atteso per domani. Poi le ordinanze per il cambio di colore delle regioni che dalla prossima settimana scatteranno il lunedì e non più la domenica.
«In Toscana vanno fatte le zone rosse nel Senese e nell’Aretino dove c’è la variante brasiliana", incalza il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza. Zone rosse locali, dunque, non solo per comuni ma anche per distretti se non addirittura intere province, dove il contagio è maggiormente diffuso e dove ci sono focolai preoccupanti. Da oggi e per nove giorni Cecina sarà zona rossa (con tamponi di massa), nonostante il numeri del virus siano notevolmente inferiori rispetto ad altre aree della Toscana. E’ il secondo comune toscano off limits, dopo Chiusi, ma l’attenzione è alta nel Pistoiese, nell’Empolese, nell’Aretino e nel Senese.
Screening di massa nel fine settimana per circoscrivere il contagio a Barga (Lucca) e Ponte Buggianese (Pistoia) mentre sono già 2.000 i prenotati a Sovicille (Siena), poi Certaldo (Firenze). "Sono molto orgoglioso di come sta andando la campagna Toscana sicura – spiega Giani – Sottoporre la popolazione a tampone ci permette di vedere in tempo reale come stanno andando le cose e di calibrare le misure sulle necessità effettive". E sul terreno delle chiusure ci si sta muovendo. E’ il governatore toscano Eugenio Giani a firmare le ordinanze, dopo averne condiviso la necessità con i sindaci. Oggi dovrebbe essere la giornata delle decisioni, anche per Monteroni d’Arbia (Siena): qui dai primi mille tamponi non è uscito neppure un positivo. Purtroppo ci sono molte cose che non funzionano. La prima riguarda i vaccini. Che continuano ad arrivare con il contagocce. Giani fa sapere che, per un criterio di equità, non ci saranno vaccinazioni di massa nelle zone rosse, cosa che avviene in Lombardia. E che appena saranno disponibili le nuove forniture Pfizer si comincerà a vaccinare anche la popolazione fragile. "Ogni giorno rispondo a centinaia di richieste per vaccinare una categoria prima dell’altra: non è una competizione e dobbiamo attenerci al piano nazionale che definisce le priorità di rischio – conclude Giani – In Toscana vaccineremo tutti e il nostro impegno è continuare a farlo più rapidamente possibile".