Turismo, quest’anno sarà peggio del 2021

La Confesercenti ha presentato i risultati del Centro Studi di Firenze: "Occorre ridisegnare il nostro prodotto insieme alle istituzioni"

"Il prodotto turistico della città andrebbe senza dubbio ridisegnato in modo unitario dalle categorie, insieme alle istituzioni". Così ha parlato Fabio Cenni, presidente di Asshotel-Confesercenti, ieri mattina, nella sede dell’associazione di categoria, durante la presentazione della ricerca "Destinazione Pistoia: dalla crisi alle opportunità per il turismo di domani – Analisi dei dati e prospettive future". Il documento, realizzato dal Centro Studi Turistici di Firenze, analizza le difficoltà registrate dagli ambiti turistici di Montecatini e della Valdinievole e di Pistoia e della Montagna. Alessandro Tortelli, ricercatore del Cts, ha sottolineato come, in questo momento, non sia affatto semplice fare previsioni per il futuro. "Il 22 febbraio – ha sottolineato – avevamo ancora delle linee di tendenza positive che ci facevano sperare in una buona ripartenza per questo settore, dopo un 2021 buono, ma non ancora ai livelli del 2019. Poi è scoppiata la guerra in Ucraina: non possiamo più fare affidamento sulla clientela del mercato russo, il prezzo dei mezzi di trasporto è aumentato per non parlare di quello dell’energia elettrica, di fatto triplicato". Lo studio mette in evidenza come, nell’ambito Montecatini-Valdinievole, "nel 2021 l 52,2% delle presenze abbia avuto origine da soggiorni di turisti italiani, il 47,8% dagli stranieri. Nel 2019, questi ultimi avevano determinato il 72,1% delle presenze complessiva. Nonostante una buona ripresa (+128% dal 2020), la domanda straniera appare ancora molto distante dai livelli pre-pandemia: oltre 1 milioni di pernottamenti in meno, rispetto a circa 148 mila in meno per gli italiani. Nel 2021, il 72,7% dei pernottamenti è avvenuto in strutture alberghiere, il restante 27,3% in esercizi extralberghieri (rispettivamente l’87,3% ed il 12,7% nel 2019 ed il 73,9% ed il 26,1% nel 2020). Rispetto alla stagione 2019, le perdite sono state di oltre 1,1 milioni di pernottamenti alberghieri, di circa 41 mila pernottamenti extralberghieri". Per quanto riguarda Pistoia e la Montagna "Il mercato domestico ha inciso per il 72,7% delle presenze complessive, gli stranieri per il 27,3%. Dal 2019, il peso della domanda nazionale è cresciuto di circa 7 punti (65,6% nel Le difficoltà negli spostamenti a lungo raggio hanno penalizzato soprattutto le provenienze dall’estero: dal 2019, gli stranieri hanno perso circa 60 mila presenze, gli italiani circa 45 mila. Anche nell’Ambito di Pistoia e Montagna Pistoiese è cresciuta la preferenza dei turisti verso le sistemazioni extralberghiere: il 56,2% di pernottamenti è avvenuto in queste strutture (era al 48,3% nel 2019 e al 50,9% nel 2020)". In una situazione di questo genere, il Centro Studi Turistici ricorda come, grazie al mercato italiano, le località balneari abbiano le potenzialità per ripetere i successi dello scorso anno, mentre stazioni termali e le città d’arte risentono più delle difficoltà. A questa situazione si aggiunge la difficoltà per gli alberghi, ormai da tempo con pochi clienti termali e spesso dipendenti da gruppi con bassa capacità di spesa, di trovare personale dopo due anni di stop e ripartenze dovuti alle pandemie. Che soluzioni propone il Cst? Tortelli ha ricordato che tra le tendenze del turismo del 2022 ci sono "i viaggi con gli amici, l’aumento dei soggiorni breve in primavera e in autunno, la sicurezza, la protezione e il comfort". Servirà senza dubbio qualche anno per tornare al 2019. E da questa analisi, Cenni ha preso la palla al balzo per lanciare la proposta di collaborazione unitaria tra categorie e istituzioni per lanciare un nuovo prodotto turistico. Riuscirà a partire questa sinergia?

Daniele Bernardini