Un grazie agli operatori sanitari

Mi chiamo Alberto ho ottant’anni, pratico sport e non ho patologie pregresse. In febbraio mi sono sentito invaso da un malessere generale, con febbre alta e tosse molto persistente. Ho chiamato il medico di famiglia che mi ha prescritto tachipirina e, dopo qualche giorno, un antibiotico antibatterico. Ho passato sei giorni alquanto duri nei quali ho sofferto molto, senza però mai scoraggiarmi. Poiché la terapia non produceva nessun effetto, ho sollecitato il mio medico che si è rivolto ai medici dell’Usca: sono venuti a casa per effettuare un tampone e visitarmi, rilevando una ossigenazione del sangue così bassa da necessitare il ricovero. All'ospedale Maggiore di Bologna ho percepito  grande professionalità e gentilezza. Una volta avuto l’esito il risultato positivo del tampone, sono stato ricoverato all’undicesimo piano, nel reparto malattie infettive. Una dottoressa mi ha accolto con un accenno di abbraccio e mi ha detto che, da quel momento, sarei stato nelle sue mani. Mi ha spiegato la gravità della malattia e a cosa stavo andando incontro. Mi sono sentito sicuro. Dopo sole tre notti sono stato dimesso per continuare la terapia al mio domicilio. Sono stato curato con grande professionalità e tanta, tanta umanità. Ho trovato persone vocate alla propria professione, consapevoli di quanto possa spaventare questa malattia e solerti nel rassicurare anche solo con uno sguardo distanziato per precauzione ma accogliente e rassicurante. A questi angeli dell’umanità vanno tutta la mia stima e la mia riconoscenza. Pertanto il mio ringraziamento speciale va alla gentile dott.ssa Costanza Berti Ceroni, che è riuscita a farmi commuovere per la sensibilità. Alberto Viborgi