Vaccini, la nuova meta: via alla quarta dose ai super fragili. Venti i medici sospesi

Sarà l’ospedale a convocarli direttamente al San Donato. Intanto tanti eterni contrari alle somministrazioni si fanno sotto per il «Novavax»: prenotazioni vicine

Vaccinazione sulla meningite. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Vaccinazione sulla meningite. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Arezzo, 23 febbraio 2022 - Non ve ne diamo uno, non ve ne diamo due, non ve ne diamo tre: ve ne diamo quattro. Almeno i «no vax» più granitici racconteranno così la lenta progressione nel numero dei vaccini. Che sono ancora nel pieno della distribuzione delle terze dosi: ma già aprono la stagione della quarta. Il generale Figliuolo dal Meyer di Firenze ha annunciato la sterzata: e la Asl è già pronta a mettersi in riga. «Dal primo marzo partirà la distribuzione» conferma Anna Beltrano, che non sarà generale ma ha il «grado» nella Asl più vicino a quello del super responsabile della vaccinazione in Italia. «Stiamo definendo in queste ore la procedura: ma seguirà quella che abbiamo seguito per la terza dei super fragili». Perché a loro si rivolge la proposta. Non parliamo del booster, la terza dose uguale per tutti e che ancora deve raggiungere una fetta della popolazione. Parliamo di quel sostegno alla seconda che per le patologie più critiche era stato suggerito quasi a ridosso del richiamo, per rafforzare la risposta immunitaria. Procedura? Semplice. Intanto è una fase che non passerà dagli Hub nè dagli altri centri vaccinali. Passerà dagli ospedali. Dai quali partirà l’invito diretto ai singoli super fragili: indicando al telefono sia il luogo sia l’ora alle quali presentarsi. I numeri non sono ancora chiari ma parliamo di qualche migliaio di aretini. Le patologie interessate sono diverse. Da chi ha subito trapianti in terapia immunosoppressiva o di cellule staminali ematopoietiche a chi è in attesa di trapianto d’organo. Chi è sotto terapia a base di cellule T agli oncologici in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure. E ancora le immunodeficienze primitive, quelle secondarie a trattamento farmacologico, i pazienti in dialisi o con insufficienza renale cronica, fino ai malati di Aids più gravi. Un altro scudo, da alzare presto e bene. Le chiamate saranno in base alla distanza dalla terza dose: dopo 120 giorni ogni momento potrebbe essere quello giusto. Sul fronte dei vaccini è anche in arrivo il «Novavax», il quinto prodotto approvato dall’agenzia del farmaco. Il primo proteico e per questo guardato con un filo di interesse in più da una parte dei più refrattari a quelli finora circolati. «Sto ricevendo richieste e chiamate in largo anticipo da chi non si è ancora vaccinato» conferma Anna Beltrano. I tempi dovrebbero essere brevi: iniziano le prenotazioni in Piemonte, per la Toscana la data sarà indicata nei prossimi giorni. L’esito tutto da scoprire: come spieghiamo a fianco, la «febbre» della vaccinazione è andata a picco, anche per i segnali di uscita dall’emergenza che si moltiplicano ogni giorno. Intanto si consolidano i numeri di quanti sono stati sospesi proprio perché hanno detto no. In particolare tra i medici: l’Ordine ci segnala che sono stati in tutto venti i «camici» che hanno preferito interrompere la loro attività piuttosto che infilarsi l’ago nel braccio. A Siena, tanto per fare un esempio, sono stati con meno popolazione 50. Almeno un derby, in tempi di magra calcistica, è nostro