Vaccini, "vietato" spostare l’appuntamento

Disagi per chi fa la pre-adesione: la data che fissa la Regione non si potrà cambiare se non per motivi di salute. O si torna in fondo alla lista

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Se un 50enne o un 40enne volesse spostare l’appuntamento fissato per il vaccino dopo la pre-adesione, non può farlo. Deve cancellarsi e tornare in fondo alla lista. A meno che non esponga un certificato medico che dimostri che il rinvio è dettato da motivi di salute. Sono molti i malumori che in queste ore prendono piede tra i cittadini. Il meccanismo della pre-prenotazione infatti sta generando molti dubbi tra persone che hanno fissato appuntamenti di lavoro o anche prenotato le vacanze con tanto di versamento di caparra.

Ma come spiega uno degli operatori del numero telefonico di Umbria Salute (800 63 63 63) al momento non esiste possibilità di spostare l’appuntamento. "Bisogna nel caso cancellarsi e ricomincare la procedura daccapo" spiega con gentilezza l’addetto.

Nei prossimi giorni infatti verranno fissate le vaccinazioni per la fascia 50-59 anni che dovrebbero iniziare la prima settimana di giugno, poi dalla metà del mese prenderanno il via anche i 40enni. Ma il sistema di pre-adesioni continua a lasciare molte perplessità, rispetto al precedente metodo che consentiva di scegliere luogo e data. L’unica possibilità è recarsi al Centro vaccinale e chiedere la "grazia". Nel frattempo, mentre le prime dosi hanno sfondato il muro del 40% di soggetti (314mila) e i 60enni crescono a colpi di oltre duemila giorno, adesso sono le farmacie private che suonano la sveglia a Palazzo Donini. Da diverse settimane ormai attendono sviluppi dal punto di vista del coinvolgimento nella campagna vaccinale. Questo dopo l’approvazione da parte della Regione (il 5 maggio) dell’accordo per la somministrazione delle dosi. Ma da allora tutto tace. Al punto che Federfarma esce allo scoperto. "Abbiamo richiesto un incontro al direttore Salute della Regione, Massimo Braganti, anche nei giorni scorsi – afferma il presidente di Federfarma Umbria Augusto Luciani –. visto che non abbiamo avuto riscontro alle richieste dopo le interlocuzioni precedenti che avevano portato ad immaginare un percorso condiviso. Elemento questo che avrebbe sicuramente dato un apporto rilevante alla campagna vaccinale. Questo quadro generale di incertezza si ripercuote oltre che sul nostro lavoro, anche sulla pelle dei cittadini".

E le file di questi giorni che si registrano in molti centri vaccinal dimostrano come ci sarebbe bisogno di maggiori spazi (o forse di una migliore organizzazione), data la maggiore disponibilità di dosi e un ritmo di 9mila dosi al giorno imposto dal Governo. Vedremo quale sarà la risposta della Direzione Salute.

Michele Nucci