ALBERTO PIERI
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Variante Delta e rischio zone gialle. "Accelerare la profilassi, unica arma"

La cabina di regia si riunirà entro la settimana. Il ministro Speranza: valuteremo passo passo il da farsi. Il governo chiede di intensificare i tracciamenti. Verso il rafforzamento dei controlli nelle zone della movida

Allo studio l'ipotesi di rafforzare i «vantaggi» con il Green Pass

Allo studio l'ipotesi di rafforzare i «vantaggi» con il Green Pass

La preoccupazione c’è. Ed è alimentata soprattutto da quella curva dei contagi (qui il bollettino del 12 luglio) che, da una settimana all’altra, ha raddoppiato il suo ritmo di crescita. Colpa della variante Delta che ha costretto perfino il premier, Boris Johnson, a tornare sui suoi passi dopo aver annunciato il "liberi tutti" ai cittadini inglesi.

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In settimana, a Roma, dovrebbe svolgersi l’ennesima riunione fra il Comitato Tecnico Scientifico e la Cabina di Regia di Palazzo Chigi con un obiettivo ben preciso: evitare di fare lo stesso errore dell’estate scorsa, quando si decise di abbassare la guardia innescando la seconda e la terza ondata dei contagi.

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I sintomi e dopo quanto tempo compaiono

Ora, è il ragionamento del premier Mario Draghi, occorre evitare la quarta, che avrebbe effetti molto pesanti anche sul fronte dell’economia. Per questo si dà per scontata la proroga almeno fino ad ottobre dello stato di emergenza in scadenza a fine mese.

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Una decisione quasi obbligata considerando l’impennata dei contagi. Ma non è neanche escluso che alcune regioni possano tornare, già fra qualche settimana, in zona gialla. Sotto osservazione ci sarebbero il Molise, il Veneto, Campania, Sardegna, la Sicilia e le Marche dove l’aumento dei contagi è particolarmente veloce. Tutto, insomma, dipenderà dai numeri. Anche se, fra i governatori, cresce la fronda di coloro che vorrebbero considerare come parametro di valutazione il numero dei ricoverati e non quello dei contagiati.

Il governo vorrebbe però chiedere alle Regioni di aumentare considerevolmente non solo il numero dei tamponi effettuali (con una soglia minima di 150 test ogni 100mila abitanti) ma anche le attività di tracciamento, che marciano a passo di lumaca.

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Il ministro della Salute, Roberto Speranza, chiarisce comunque che una risalita dei contagi era prevista ed è in corso, ma con numeri più bassi del passato. "Vediamo passo dopo passo come le cose vanno avanti ma la vera arma per chiudere questa stagione è la campagna di vaccinazione, su cui bisogna insistere". In realtà, dietro le quinte, si stanno studiando anche ulteriori "restrizioni" per evitare medicine ancora più amare a settembre, quando riapriranno le scuole e la curva dei contagi subirà automaticamente una nuova impennata.

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Nelle ultime ore ha preso sempre più quota l’ipotesi di rafforzare i "vantaggi" per coloro che sono in possesso del Green pass, che garantirebbe la partecipazione agli eventi all’aperto, come concerti e manifestazioni sportive, senza l’obbligo di fare preventivamente un tampone.

Sarebbe anche un modo per incoraggiare le fasce più giovani a vaccinarsi. In compenso, però, il certificato sarà rilasciato solo dopo la seconda dose, e non a 15 giorni dalla prima iniezione, come avviene oggi. Torna in bilico, invece, la riapertura delle discoteche.

La decisione continua a slittare e, in ogni caso, se dovesse scattare il disco verde, arriverà anche l’obbligo di fare il tampone molecolare prima di accedere nei locali. Non è in programma, almeno per ora, una retromarcia sull’uso della mascherine all’aperto: si potrà circolare a viso scoperto. L’obbligo di indossarla scatterà solo in presenza di assembramenti. Non a caso il governo ha intenzione di rafforzare i controlli e la vigilanza nelle aree della movida, dopo aver chiuso un occhio sui festeggiamenti in piazza per la vittoria della Nazionale agli Europei.

Occhi puntati, infine, sugli italiani che decidono di trascorrere le vacanze all’estero: potrebbe essere introdotto l’obbligo di una mini-quarantena di cinque giorni per coloro che tornano dai Paesi più a rischio.

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