Varianti Covid: accordo Gsk-Curevac per nuovi vaccini

Una collaborazione da 150 milioni di euro per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di una serie di nuovi candidati farmaci. Intanto da marzo la Francia avvierà la produzione di Moderna. La Svizzera non autorizza Astrazeneca, il Belgio non lo somministra agli over 55

Vaccini contro il Covid-19

Vaccini contro il Covid-19

Roma, 3 febbraio 2021 - Il Covid muta e ci pone difronte a nuove sfide. Gli esperti allarmano sulle varianti, da quella inglese alla sudafricana, ma anche qui si fanno passi avanti. Oggi la britannica GlaxoSmithKline e la tedesca CureVac hanno comunicato di essere al lavoro, insieme, per sviluppare vaccini mRna di prossima generazione contro Covid-19, con l'obiettivo di garantire protezione proprio dalle nuove varianti del Corovirus. Lo hanno annunciato le due aziende, illustrando la nuova collaborazione da 150 milioni di euro. Gsk sosterrà anche la produzione fino a 100 milioni di dosi del candidato vaccino di CureVac CvnCov nel 2021.

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Attraverso questo nuovo accordo di co-sviluppo esclusivo, le due aziende contribuiranno dunque alla ricerca, allo sviluppo e alla produzione di una serie di nuovi candidati per il vaccino basato sull'Rna messaggero, inclusi approcci multi-valenti e monovalenti. Il programma di sviluppo inizierà immediatamente, con l'obiettivo di introdurre il vaccino nel 2022, previa approvazione regolatoria. La collaborazione si baserà sul candidato vaccino Cvncov di CureVac, attualmente in sperimentazione clinica di fase 2b/3, e sulla capacità di CureVac di ottimizzare l'mRna per una forte risposta immunitaria e per producibilità e stabilità a 2-8 °C, standard attuale per la catena di fornitura dei vaccini. 

L'accordo Gsk-Curevac 

Questi vaccini anti-Covid di nuova generazione, spiegano Gsk e Curevac, possono essere utilizzati per proteggere le persone che non sono state vaccinate in precedenza o per fungere da stimolatori nel caso in cui l'immunità ottenuta da una vaccinazione iniziale si riduca nel tempo. Inoltre, la collaborazione valuterà lo sviluppo di nuovi vaccini a mRna per la protezione da più virus respiratori, incluso Sars-Co-2.  "Crediamo che i vaccini di prossima generazione saranno cruciali nella lotta continua contro Covid-19 - afferma Emma Walmsley, amministratore delegato di Gsk - Questa nuova collaborazione si basa sulla nostra relazione esistente con CureVac e significa che insieme, uniremo la nostra esperienza scientifica nello sviluppo di mRna e vaccini per far avanzare e accelerare lo sviluppo di nuovi candidati vaccini Covid-19. Allo stesso tempo, sosterremo anche la produzione dei vaccini di prima generazione di CureVac, con la produzione di 100 milioni di dosi nel 2021". "Siamo molto lieti - aggiunge Franz-Werner Haas, amministratore delegato di CureVac - di far progredire la nostra relazione con Gsk attraverso un nuovo accordo. Con l'aiuto della comprovata esperienza di Gsk sui vaccini, ci stiamo attrezzando per affrontare le future sfide sanitarie con nuovi vaccini ".

In base ai termini del nuovo accordo, Gsk sarà titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio per il vaccino di nuova generazione, ad eccezione della Svizzera, e avrà i diritti esclusivi per sviluppare, produrre e commercializzare il vaccino di prossima generazione in tutti i Paesi con l'eccezione di Germania, Austria e Svizzera. Gsk effettuerà un pagamento anticipato di 75 milioni di euro e un ulteriore pagamento 'milestone' di 75 milioni di euro, subordinato al raggiungimento di specifici traguardi.

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Da marzo Francia avvia produzione del vaccino Moderna

Nel frattempo, la Francia avvierà la produzione del vaccino Moderna contro il Covid-19 sul suolo francese "a marzo", tramite un subappaltatore, Recipharm. Lo ha detto la ministro dell'Industria, Agnes Pannier-Runacher in una intervista questa mattina a Rtl. Seguirà Pfizer-BioNTech, che inizierà con Delpharm "ad aprile", e Curevac, con Fareva, a maggio, se convalidato. Questi tre vaccini saranno quindi "prodotti in Francia", ha indicato il ministro dell'Industria. La Francia mantiene l'obiettivo, citato ieri sera dal presidente Emmanuel Macron, di consentire a "tutti gli adulti che lo desiderano" di avere accesso a un vaccino entro l'estate

La Svizzera non autorizza Astrazeneca

La Svizzera non autorizza per il momento il vaccino anti-Covid di AstraZeneca, in quanto "i dati finora disponibili e analizzati non sono ancora sufficienti per procedere con un'omologazione. Occorrono ulteriori dati di nuovi studi per ottenere informazioni sulla sicurezza, sull'efficacia e sulla qualità", si legge in un comunicato di Swissmedic. "Sulla base dei dati finora analizzati - prosegue la nota - il comitato di esperti esterni Hmec (Human Medicines Expert Committee) che collabora con Swissmedic ha appoggiato la valutazione intermedia di Swissmedic sul vaccino contro il Coronavirus di AstraZeneca nella riunione straordinaria del 2 febbraio 2021. I dati attualmente disponibili non consentono ancora di prendere una decisione positiva sul rapporto rischi/benefici".  "Per giungere a una valutazione finale - si legge - è necessario che il richiedente presenti, tra l'altro, ulteriori dati sull'efficacia provenienti da uno studio di fase III in corso in America del Nord e del Sud e che questi vengano quindi analizzati. Non appena i risultati saranno disponibili, si potrebbe procedere molto rapidamente con un'omologazione temporanea nella procedura di rolling review".

Belgio: no Astrazeneca a over 55

Le autorità sanitarie belghe hanno deciso, per il momento, che il vaccino anti Covid prodotto da AstraZeneca, in collaborazione con l'Università di Oxford, non sarà somministrato a persone di età superiore a 55 anni. La cautela, già adottata da altri Paesi europei, malgrado l'Agenzia europea per i medicinali abbia autorizzato il vaccino per tutte le fasce d'età, è dovuta alla mancanza di dati sull'efficacia sugli anziani. Il ministro della Salute, Frank Vandenbroucke, citato dai media locali, ha spiegato che questa decisione, basata sul parere del Consiglio superiore della sanità, è "provvisoria". Oggi intanto Andrew Pollard, direttore dell'Oxford Vaccine Group, ha assicurato che il vaccino innesca "buone risposte immunitarie" negli anziani, anche se mancano ancora i dati sulla sua esatta efficacia.

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