Milano, 22 gennaio 2021 - Lombardia fuori dalla zona rossa, prosegue la battaglia della Regione. Oggi è atteso un altro passaggio chiave, con la pubblicazione settimanale dei dati dell'Istituto superiore di sanità in base ai quali si stabiliscono i passaggi di fascia.
La procedura
Passaggi che non dovrebbero riguardare la Lombardia, dal momento che dopo una settimana è possibile uno slittamento in negativo (da gialla ad arancione o da arancione a rossa) mentre per un passaggio migliorativo è necessario attenderne due. La Lombardia, zona rossa dal 17 gennaio, secondo le regole stabilite dal Governo dovrebbe dunque attendere i dati di venerdì prossimo, 29 gennaio, prima di poter eventualmente diventare zona arancione dalla domenica successiva.
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Il ricorso al Tar
Il Pirellone ha però presentatro ricorso al Tar del Lazio contro la collocazione in zona rossa e il tribunale amministrativo, nel rinviare l'udienza a lunedì prossimo ha scritto nero su bianco che "risulta opportuna l'acquisizione del report fase 2 contenente i dati relativi alla settimana 11 gennaio-17 gennaio 2021, la cui pubblicazione è attesa per la giornata di venerdì 22 gennaio". Ecco quindi perché i dati odierni riguardano da vicino anche la Lombardia che attende dunque con particolare attenzione il monitoraggio settimanale dell'Iss, nell'auspicio di diventare presto zona arancione.
Il confronto
La Regione, che ha inviato ai tecnici dell’Istituto superiore di sanità una serie di dati aggiuntivi, chiede in particolare di valorizzare il parametro dell’incidenza (i nuovi casi settimanali), che in Lombardia nella settimana in cui sono state decise le zone era di 133,3 contagiati ogni centomila abitanti, inferiore al Lazio (178,74) ma soprattutto ad altre regioni come Veneto (365,61), Emilia-Romagna (284,64) e Friuli (270,77) uscite dalle vacanze in arancione nonostante la Cabina di regìa raccomandasse "incisive misure di mitigazione indipendentemente" dall’Rt.
Galli: serve cautela
Sul ricorso presentato dalla Regione è scettico Massimo Galli, infettivologo dell'Ospedale Sacco di Milano. "La Lombardia farebbe bene a stare cauta", ha detto alla trasmissione Iceberg di Telelombardia. "Il punto - ha spiegato Galli - è riuscire a mantenere una situazione sufficientemente prudente per poterci dare delle garanzie, per non ricadere subito nello stesso problema. Mi sento di dire che sarei più confidente se si riuscisse a essere complessivamente un filo più proattivi per star fuori dalle rogne". "Sono sempre del parere che - ha aggiunto il primario - vadano trovate delle vie collaborative tra Governo e regioni e che non sia il caso di confondere la gente che già è stanca e che tende - almeno una parte - a mollare il rispetto delle regole e a non comportarsi come si deve fare. C'è gente che fa feste, in questo momento sono inaccettabili".