Ascoli, Dionisi è l'elettricista del Picchio

L’attaccante bianconero propizia il gol del pari e regala giocate che cambiano l’inerzia della gara

Federico Dionisi (Ascoli)

Federico Dionisi (Ascoli)

Ascoli, 27 febbraio 2021 - Quanto incide un gol subito all’inizio di una partita sulla valutazione della stessa? Parere di chi vi scrive. Poco o nulla. L’Ascoli che si è giocata parte della sua vita calcistica sul terreno di Lignano Sabbiadoro esce dal terreno di gioco quasi con l’amaro in bocca per non averla vinta, questa partita. LUDIBRIO. Cerotti, assenze, certezze divenute incertezze (tipo Leali che non para il parabile), un gol che può tagliarti le gambe dopo due sconfitte consecutive, l’incombenza del turno infrasettimanale che potrebbe mettere a repentaglio nervi ed energie di una squadra sempre sul filo sottile che divide la gloria dal pubblico ludibrio. E invece, eccoti l’Ascoli che come in altre occasioni sa risalire la china. Non si scompone. Soffre la fisicità e l’impianto tattico dell’avversario ma resta vivo. Si toglie autonomamente una pelle per vestirne un’altra. Restando attaccato alla partita. Andando a colpirlo nell’unico modo possibile. BUSSOLA. Poco da inventarsi: quando in campo ci sono giocatori come Federico Dionisi, che in serie B vivono in un ambiente che rende reali sul prato cose che loro vedono con dieci secondi di anticipo, il gol può essere, anzi è, sempre dietro l’angolo. Ed è per questo che Sottil deve uscire dalla partita di stasera con una grande convinzione. Non perdere mai la bussola e permettergli di ricevere almeno tre o quattro palloni giocabili a partita. Il passaggio a Mosti, autore di un gol che è lo spot del calcio moderno, merita applausi e fiducia incondizionata. SESSANTA. Mosti, dicevamo. Il piattone messo in fondo al sacco è solo l’ultima piccola mossa di un’azione fantastica. E’ lui che recupera palla. E’ lui che chiude sul secondo palo. Tra il primo ed il secondo evento ci sono pochi secondi e sessanta metri di campo. Non solo: c’è la convinzione, appunto sessanta metri distanti dalla porta avversaria, che qualcosa di fantastico può accadere, volendolo e scappando verso la gloria. Una gloria che nel Piceno potrebbe arrivare solo attraverso la salvezza. Una salvezza che la squadra del secondo tempo del Teghil può e deve prendersi senza chiedere il permesso a nessuno…