DANIELE PERTICARI
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Ascoli, Dionisi è... Federico Piede Amico

L’ennesima giocata risolutiva di Dionisi dà il via alla quarta vittoria consecutiva del Picchio. Empoli battuto al Del Duca.

Federico Dionisi (Ascoli)

Federico Dionisi (Ascoli)

Ascoli, 2 maggio 2021 - Giubilo e festeggiamenti. E invece no. Possono durare qualche minuto, meritato. Poi basta. Perché se c’è un avversario che può mettersi tra l’Ascoli e la salvezza, questo lo si deve cercare in casa. Dentro la sua casa. I nemici, intese come le tre compagini che affronteranno il Picchio nei prossimi giorni, meritano rispetto, studio, contromosse e tutto quello che volete. NOVE. Ma se Sottil vuole portare al termine il capolavoro, perché di capolavoro si tratta, deve anzitutto sgombrare il campo dalla rischiosa sensazione di essere sul rettilineo finale. Niente di più falso. Servono nove punti in tre partite. Questo serve all’Ascoli. Niente di meno. E quando alziamo in maniera folle l’asticella lo facciamo perché in questo momento, questa squadra, può e deve permettersi di guardare in alto. Avanti. Spudoratamente senza limiti di velocità. Sapendo che se servirà, si potranno effettuare calcoli più “terreni”, perché come detto l’obiettivo è arrivare in porto, sani e salvi. E basta. ANGELO. Parliamoci chiaramente, l’esaltante vittoria contro la capolista nasce da una super parata di Leali. E’ nel preciso istante in cui il portierone smanaccia a lato la malandrina girata di La Mantia che vogliamo premere il tasto “pausa” e parlare – una volta per tutte – di un giocatore che funge da emblema rispetto a quello che dovrebbe essere il calcio. Certezza. Rendimento. Faccia pulita. Presenza. E’ quella che Nicola Leali sta garantendo ai bianconeri da due anni e, ci auguriamo, continuerà a garantire in futuro. Quando hai un giocatore che coniuga numeri e disciplina, un fedele al lavoro, devi tenertelo stretto. Un angelo custode, un angelo vero. Se poi ne hai due, tre, cinque, sei fortunato e bravo, perché hai creato la struttura della squadra. Leali, Brosco, Buchel, Dionisi, Bajic. Eccola la spina dorsale dell’Ascoli che è risalito con merito e deve continuare a farlo. Dentro, tutti, senza riserve. Con sudore, idee, qualità, nervi saldi. Quelli, assieme a tutti gli altri che compongono il puzzle, sono gli uomini “fondamenta” di una squadra che per sopravvivere in questa categoria, deve giocarsi le ultime tre partite puntando a vincerle. Tutte. Senza spavalderia, perché nel dna di questo progetto tecnico quella parola non esiste. Esiste la calma. La grinta. Il lavoro. Qualche buona giocata. Un po’ di esperienza. E la classe di uno là davanti che mancava da anni. AMICO. Perché anzitutto chapeau a Bajic, che arriva in doppia cifra diventando emblema dell’ “ascolismo”, quella corrente di pensiero filosofico per cui all’inizio, per molti, non vali nulla e che alla fine, numeri e chilometri alla mano, metti sull’almanacco cifre che ti consegnano alla storia. Ma se l’Ascoli sta pedalando verso l’ultima salita con l’idea di farcela, nonostante tutto, lo deve soprattutto ad un altro. Uno che mancava. Da anni. Uno che trasforma in incubi (per le difese avversarie) ogni pallone degli ultimi venti metri. Qualche settimana fa lo avevamo chiamato l’elettricista che accende l’Ascoli. Ci scusi. Perché lui è il nove. Il vero nove. Signore e signori: Federico Piede Amico…